Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

All'Anfiteatro tornerà la musica Mai più grandi concerti, il monumento riaprirà alla fine dell'anno

Fonte: L'Unione Sarda
25 maggio 2017

Il punto sui lavori di restauro e i progetti dopo la polemica innescata dal promoter David Zard

All'Anfiteatro tornerà la musica Mai più grandi concerti, il monumento riaprirà alla fine dell'anno 

«Quattro pietre che si trovano ovunque». Così David Zard - produttore dello spettacolo Notre Dame de Paris che andrà in scena all'arena Sant'Elia ad agosto - ha definito l'altro ieri l'anfiteatro romano di viale Sant'Ignazio, in aperta polemica con l'amministrazione comunale che da sei anni ha interdetto il monumento a concerti e spettacoli. Compreso il suo.
Scivolone o provocazione, di certo la sparata del famoso promoter non è piaciuta nelle stanze di Palazzo Bacaredda, anche se l'assessore ai lavori pubblici Gianni Chessa preferisce liquidarla in due battute. «È un'affermazione che si commenta da sola - dice -, non amo le polemiche, preferisco i fatti. Io so per certo che noi ci stiamo occupando di restituire un monumento unico alla nostra città e a quel signore dico solo di occuparsi dei fatti suoi, che noi cagliaritani non abbiamo bisogno dei suoi insegnamenti e sappiamo bene cosa fare».
LA SITUAZIONE LAVORI Il velenoso botta e risposta è però anche l'occasione per fare il punto sui lavori di riqualificazione dell'anfiteatro - per i quali è stato stanziato un milione e mezzo di euro - iniziati ad aprile dello scorso anno e ancora in pieno svolgimento. Ieri mattina all'interno del cantiere c'erano due operai della ditta appaltatrice Serlu srl che ha già provveduto a smontare pezzo a pezzo le tribune in legno che sino all'arrivo di Massimo Zedda coprivano gran parte dei gradoni. Parte del materiale è ancora accatastato nel piazzale, in attesa di essere portato via. Ora si entra nella seconda fase, quella del restauro, che sarà affidata sempre alla Serlu. «Fortunatamente non ci sono danni significativi - spiega Chessa -, le muffe cresciute a causa delle strutture lignee che impedivano la circolazione dell'aria e i buchi sulle pietre lasciati dai “vitoni” che sorreggevano i pali in legno, sono problemi facilmente risolvibili. In questi giorni, sotto la supervisione della Sovrintendenza, è in corso lo studio da parte degli archeologi e degli esperti, con scanner e laser, per decidere come procedere per il restauro che inizierà a settembre. L'impegno che prendiamo è di riaprirlo al pubblico a dicembre, siamo nei tempi e non andremo oltre i costi preventivati».
PICCOLI CONCERTI Dal 2018 dunque l'anfiteatro romano sarà di nuovo visitabile ma resta aperta la questione su cui in questi anni i cagliaritani si sono divisi come non mai: l'antica arena costruita dai romani potrà tornare a ospitare eventi culturali e concerti? «Di certo non sarà più possibile organizzare spettacoli per quattromila persone perché il monumento non è in grado di reggere un impatto simile - precisa Chessa -, stiamo però studiano la possibilità di utilizzarlo per eventi più piccoli in grado di ospitare 500-1000 persone. Credo che un compromesso di questo tipo possa essere tranquillamente accettato da tutti, stiamo già preparando uno studio ad hoc che poi porteremo in discussione in giunta e in Consiglio comunale». Insomma, l'idea è di sfruttare lo suggestivo scenario dell'anfiteatro romano per eventi di nicchia, all'altezza della bellezza e delle esigenze di salvaguardia del monumento.
L'ANFITEATRO CHE VERRÀ L'assessore ha già in testa il progetto. «Il palco avrà l'anfiteatro alle spalle - spiega -, mentre le tribune per il pubblico avranno sullo sfondo le antiche sedute che saranno illuminate con luci particolari. Sarà esattamente l'opposto rispetto al passato, ma sarà molto bello. L'obiettivo è valorizzare un patrimonio pubblico che non è solo nostro ma anche dei nostri figli e delle generazioni future. Faremo in modo che si riparli di Cagliari per il suo anfiteatro, abbiamo i soldi e le idee». Certo, ci sono voluti sei anni per venirne a capo. Ma fra qualche mese finalmente i cagliaritani capiranno se ne è valsa la pena.
Massimo Ledda