Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un'ordinaria mattinata a Castello, un quartiere in stato d'assedio

Fonte: L'Unione Sarda
24 maggio 2017

Sciami di crocieristi, difficoltà a entrare e uscire. E con l'auto è un incubo

 

« Torre di San Pancrazio », annuncia a voce alta la guida, e sono le uniche parole comprensibili: il resto, la descrizione della torre, è in una lingua nordeuropea, forse olandese. Ad ascoltarla, i visi levati verso il colosso di pietra forte, un gruppo di turisti, uno dei tanti in cui era suddivisa l'orda di crocieristi che ieri ha dato l'assalto a Castello: una buona parte dei 6.100 sbarcati dalle navi Msc Splendida e Armonia (rispettivamente 4.000 e 2.100 passeggeri). Un'invasione pacifica ormai costante, che complica la già non semplice vita di chi, nel quartiere murato, ci abita.
ATTRAZIONE Con le torri, i bastioni, la cattedrale, il Palazzo Regio e quello di Città, Castello è, ovviamente, l'attrazione principale per chi visita Cagliari. Espugnarlo, però, non è facile: l'accesso “naturale” per chi si muove dal porto, ovvero la scalinata di piazza Costituzione, è chiuso da anni; dei quattro ascensori, come questo giornale ha raccontato, ne funzionano solo due e i tempi per la sostituzione degli impianti si annunciano lunghi. Così, per accedere alla cittadella, o si approfitta dell'ascensore nella parte bassa di viale Regina Elena, che conduce al bastione Santa Caterina, o si risale tutto il viale, si svolta a sinistra e si scala via Ubaldo Badas. Qui, ieri, intorno alle 11, mentre le auto si incolonnavano dietro il trenino turistico fermo al semaforo rosso, sul marciapiede sciamavano verso Castello decine di turisti. Eccoli, superata la porta San Pancrazio e attraversata piazza Arsenale, infilarsi in mucchio sotto l'archivolto, contendendo il passaggio alle auto: in entrata e in uscita, col semaforo verde o rosso, questo è uno dei punti critici, per chi vive nel quartiere o ha l'esigenza di andarci (e andare via) in macchina.
SOSTA SELVAGGIA In piazza Indipendenza, intorno alle 11,20, regnava il caos. Oltre alla quarantina di parcheggi riservati ai residenti (che più volte hanno denunciato l'occupazione da parte di auto “forestiere”), in doppia fila, anche se solo per il tempo necessario a caricare o scaricare comitive, sostavano due navette della ditta che gestisce i trasferimenti di turisti da e per il porto, e il trenino turistico. Turisti a spasso, o in bici, o sui segway, anche al centro della piazza, dove l'acciottolato mette a dura prova piedi e caviglie, e in via Pietro Martini, stretta e lunga fino allo sbocco di piazza Palazzo. Qui altri parcheggi, nella parte alta, fino alla sede della Prefettura, mentre la parte bassa, di fronte alla cattedrale, resta interdetta ai veicoli. Intorno alle 11,30 gli automobilisti, fra cui diverse autorità che ieri partecipavano a un incontro in piazza Palazzo, dovevano fare manovra prestando attenzione alle centinaia di visitatori.
Meno transito in via Canelles, almeno fino a piazza Carlo Alberto, dove il bar con i tavolini all'aperto e la bottega-boutique che propone alimentari di qualità sono un centro d'attrazione per i visitatori. A valle della piazza, sulla destra, lo spiazzo sterrato che, con i suoi sette stalli, rappresenta uno dei pochi parcheggi utilizzabili nel quartiere. Certo, ci sarebbe il multipiano di viale Regina Elena: ma con l'ascensore fuori uso, per un residente lasciare l'auto lì implica una scarpinata di tutto rispetto.
STRADE STRETTE In via dei Genovesi l'auto si lascia in sosta solo se non se ne può fare a meno: le probabilità di trovare lo specchietto danneggiato si fanno consistenti, come ha imparato a sue spese il proprietario di un'utilitaria grigia dal cui sportello lato guida penzolava, tranciato di netto, un retrovisore. Difficoltà di guida a parte, la strada è suggestiva, anche per i due palazzi in avanzato stato di abbandono, sui cui muri proliferano ciuffi di parietaria e altre forme di vegetazione. I passanti, per cedere il passo ai veicoli, devono appiattirsi lungo i muri. In via Lamarmora, a restringere la carreggiata fino all'incrocio con vico Pietro Martini, c'è da mesi il ponteggio lungo la facciata dello stabile che ospita l'ex istituto di Geofisica e l'ex studentato ora occupato dal collettivo Sa Domu. Più giù, per strada, un cameriere dal jazz club Vinvoglio offriva cicchetti di cannonau ai passanti.
DIVIETI Nella parte bassa, per chi guida, i disagi sono legati alla chiusura alle auto di via Mazzini, che impone il doppio senso (con semaforo temporaneo) alla Porta dei Leoni e, in via Spano, l'obbligo (residenti a parte) di percorrere tutta la rotatoria e risalire. Ma i crocieristi, di tutto questo, che ne sanno?
Marco Noce