LA STORIA. Il Comune: l'appartamento concesso alla moglie. La replica: non eravamo più separati «Non ha più diritto alla casa popolare»
Pensionato sfrattato dopo 64 anni
Nel giro di ventiquattro ore ha perso tutto quello che aveva di più caro. Ha dovuto dire addio alla moglie dopo oltre mezzo secolo di vita assieme e, il giorno dopo il funerale della compagna di una vita, ha pure perso la casa popolare dove vivevano dal 1952. Dall'8 maggio dello scorso anno Giovanni Tintis, 86 anni, pensionato, affetto da diverse patologie, lotta contro il Comune per tornare in possesso di quella casa popolare (in via La Somme prima, in via Montegrappa poi) assegnata sessantacinque anni fa alla consorte, Luciana Saba. A impedire all'anziano di rientrare nella casa dove ha vissuto per anni, quella separazione coniugale - poi di fatto mai portata avanti - che, secondo l'amministrazione comunale, farebbe decadere ogni diritto di successione sull'immobile.
IL CASO Un vicenda kafkiana, dove l'interpretazione della norma sull'assegnazione degli alloggi popolari non riesce a mettere d'accordo il Comune e Tintis, assistito dall'avvocata Valeria Melis. «Le mie disavventure sono cominciate lo scorso anno con la morte di mia moglie - racconta Giovanni Tintis - , dopo il funerale, per non stare solo, ho trascorso la notte a casa di mio figlio. L'indomani mattina la sorpresa: quando sono tornato a casa ho scoperto che qualcuno aveva cercato di sfondare la porta per occuparla, sul posto c'erano i vigili urbani, i quali mi hanno spiegato che non potevo stare lì perché avevo perso ogni diritto a viverci dopo la morte di mia moglie. Mi è crollato il mondo addosso: mi sono trovato all'improvviso senza un tetto. Dopo una vita di lavoro e sacrifici, ora sono costretto a farmi ospitare a turno dai miei tre figli. Sono disperato: mi hanno tolto la dignità».
In effetti nel 2006 Giovanni Tintis e la consorte, Luciana Saba, si sono davvero separati, e, secondo il Comune, il coniuge rimasto in vita non ha più diritto a occupare quell'edificio. Dagli uffici della Politiche sociali spiegano perché all'anziano non spetta più la casa che era stata assegnata a sua moglie: «Secondo gli atti in possesso dell'ufficio - che avevano anche consentito alla signora di usufruire di un canone agevolato - marito e moglie risultavano separati legalmente e di fatto. Non si può quindi procedere alla riassegnazione dell'abitazione per l'articolo 19 della legge regionale 13 del 1989». Ma la norma - secondo l'avvocata Melis - non è interpretata correttamente dagli uffici del Patrimonio del Comune. «In realtà i due coniugi si erano subito rappacificati, interrompendo gli effetti della separazione: la legge è chiara, davanti a una riavvicinamento tutto torna come prima. Il signor Tintis si è sempre preso cura della moglie malata con la quale viveva da sempre, nonostante quella formale separazione alla quale non ha mai dato seguito: nella documentazione allegata alla richiesta di riavere la sua abitazione, abbiamo inserito le dichiarazione di numerosi vicini di casa che lo testimoniano. Nel marzo del 2016 marito e moglie avevano ottenuto dal Comune la permuta della loro casa di via La Somme con un'altra in via Montegrappa, situata al piano terra, proprio perché la donna non poteva più salire le scale. Non riusciamo neppure a comunicare con gli uffici comunali, dopo la riorganizzazione dello scorso anno, non sappiamo più con chi dobbiamo confrontarci: abbiamo chiesto un incontro con il sindaco ma non ci ha mai ricevuto».
LA BUROCRAZIA Tintis periodicamente si fa accompagnare nell'androne della casa di via Montegrappa dove puntualmente sul pavimento, davanti alla porta di casa, arriva la corrispondenza a nome della moglie. «Venerdì scorso - dice l'avvocata Melis - , dal Comune è arrivata la richiesta di pagamento dei canoni di locazione del periodo maggio-giungo 2017, e di quelli relativi al periodo che risale alla morte della signora Saba: è incredibile, è evidente che gli uffici comunali non comunicano tra loro. Quella casa è ancora vuota, e il mio cliente ha ancora là dentro i suoi effetti, i ricordi di una vita trascorsa con sua moglie: sarebbe disposto pure a comprarla». Giovanni Tintis, nonostante sia passato un anno, non ha ancora perso le speranze di rimettere piede nella sua casa. La sua voce trema, il dolore per la perdita della donna con cui ha vissuto quasi tutta la sua esistenza è ancora molto forte, e trovarsi alla sua età senza un posto in cui vivere rende tutto più difficile. Tuttavia, l'ottantaseienne trova la forza per lanciare l'ultimo appello al Comune. «Chiedo solo di poter trascorrere il resto dei miei giorni sotto il tetto che condividevo con l'amore della mia vita».
Ivan Murgana