CASO FLUORSID.
Oggi a Palazzo Regio tavolo tecnico con Pigliaru e Zedda
Le relazioni tra Regione e Fluorsid risalgono a diversi decenni fa e sono al centro di un'intricata storia industriale che non si è ancora conclusa con le dovute bonifiche. Ci sono aziende in liquidazione da troppo tempo, gare lasciate a metà, operazioni fatte sì per salvare posti di lavoro, ma che hanno divorato milioni e milioni di soldi pubblici. Oggi la Regione - informa una fonte interna - non fa più parte del capitale della società investita dalla bufera giudiziaria che ha portato all'arresto di sette persone (c'è anche un altro indagato a piede libero) con l'accusa di associazione a delinquere, inquinamento e disastro ambientale. Ma è certo che l'esecutivo, oltre che preoccuparsi di controlli nei siti incriminati e salute dei cittadini, deve chiarire anche gli aspetti societari, data appunto la compartecipazione di lungo corso. Anche perché - avverte il consigliere di Campo progressista Francesco Agus - nonostante la Regione «abbia esercitato il diritto di recesso sulle 560mila azioni della Fluorsid spa possedute sino al 2011, queste risulterebbero tuttora depositate presso la tesoreria della Regione Sardegna».
I RITARDI La bomba è esplosa martedì scorso. Il sindaco di Cagliari e della Città metropolitana, Massimo Zedda, è intervenuto immediatamente, insieme con gli altri primi cittadini dei Comuni coinvolti, chiedendo prelievi e analisi e convocando (per oggi alle 10 a Palazzo Regio) un tavolo tecnico con tutte le autorità e gli enti interessati. L'assessora regionale all'Ambiente, Donatella Spano, quando tutti si chiedevano dove fosse, è uscita con un comunicato stampa quattro giorni dopo. Ieri, il presidente Francesco Pigliaru ha riunito a Villa Devoto «il tavolo permanente per un approfondimento sulle questioni di tutela ambientale e salute pubblica legate alla vicenda Fluorsid». Ne ha dato notizia una nota inviata alle redazioni alle 11.20, inutile cercare di sapere qualcosa di più.
IL TAVOLO In serata, l'annunciato comunicato. Salute pubblica e animale e tutela ambientale: sono i temi legati alla vicenda Fluorsid sui quali ha lavorato per tutta la giornata il tavolo permanente. Insieme agli assessori Donatella Spano per l'Ambiente e Luigi Arru per la Sanità, oltre ai componenti dell'ufficio di gabinetto dell'assessorato dell'Industria, erano presenti Arpas, Distretto idrografico, Asst (ex Asl), Istituto zooprofilattico, Servizio Pesca dell'Agricoltura, servizi veterinari (Asst) servizio antinquinamento (Ambiente). La task force ha fatto il punto «sulle istruttorie condotte nei giorni scorsi, in particolare su sistemi di monitoraggio, controllo e autorizzazioni. Sono stati illustrati i procedimenti in corso per la bonifica dei siti dell'area Sin (Sito riconosciuto di interesse nazionale in quanto storicamente inquinato), tra cui quello oggetto dell'inchiesta». I dati sull'inquinamento, raccolti dalla Regione, «avevano già indotto il ministero dell'Ambiente a chiedere all'azienda interventi di messa in sicurezza e bonifica della falda superficiale, procedimento in corso». Intanto l'Ispra (l'Istituto nazionale per la protezione dell'ambiente) si è impegnato a effettuare un'ispezione suppletiva a Macchiareddu, come richiesto dall'assessora Spano.
LA STORIA Tutto ha inizio nel 1953 con la coltivazione del minerale, la fluorite. La Laveria di Assemini viene utilizzata a partire dagli anni Sessanta, prima, c'era la Laveria Peddis, sempre ad Assemini, oltre la Pedemontana. In questo periodo il titolare della concessione è la Mineraria Silius spa, 100% del conte Carlo Enrico Giulini. Nel 1992 entra nel capitale sociale la Regione con l'80%, cambia il nome in Nuova mineraria Silius spa (il restante 20% resta a Giulini). Nel 2002, la società va tutta in mano al pubblico. Contestualmente la Regione detiene una partecipazione di minoranza in Fluorsid. La Nuova mineraria Silius opera fino al 2007, quando viene messa in liquidazione dopo un procedimento d'infrazione dall'Unione europea. Nasce allora la Fluorite di Silius, una società regionale che dovrebbe partecipare alla nuova gara per l'aggiudicazione della concessione mineraria, non svolge nessuna attività e due anni dopo viene messa anche questa in liquidazione (con 129 dipendenti). Tra il 2010 e il 2017 la Regione fa due gare europee per l'assegnazione della concessione mineraria, una società della Fluorsid se le aggiudica ma la presa in carico (per vicissitudini varie) non avviene mai. Oggi la Fluorite di Silius deve mantenere in sicurezza il sito (miniera e laveria), ha 46 dipendenti, 9 ad Assemini e 37 a Silius, e dovrebbe essere fusa per incorporazione in Igea (società in house della Regione), che dovrebbe occuparsi delle bonifiche. Dieci anni dopo, la liquidazione non si è ancora conclusa.
Cristina Cossu