GIOVEDÌ, 28 MAGGIO 2009
Pagina 2 - Cagliari
Padre Salvatore Mura, parroco rettore di Bonaria: «Siamo tornati alle nostre origini»
«I turisti ci hanno guardato con curiosità e attenzione: è stato tutto molto bello»
CAGLIARI. La Madonna di Bonaria, quella delle missioni e dei pellegrinaggi, è tornata al suo solito posto: nella basilica, fuori del presbiterio, sul lato destro di chi guarda l’altare. Insieme con l’altro simulacro, quello autentico (che si trova nel santuario), praticamente inamovibile senza mille autorizzazioni religiose e statali, la Maria di Bonaria rientrata da Barcellona è un punto di riferimento certamente religioso, ma non solo: per molti fedeli che ogni giorno salgono il colle mariano quelle statue sono come una Madonna-mamma. Una presenza che riscalda l’animo, anche nel silenzio.
«La Madonna è andata in trasferta per cinque giorni - dice padre Salvatore Mura, parroco e rettore del santuario - ma soltanto per tornare alle sue radici, alla terra d’origine da cui probabilmente è partita nel 1370, qualche settimana o mese prima di arrivare miracolosamente nella spiaggiola di Su Siccu». Responsabile del pellegrinaggio, padre Mura fa un primo bilancio di un’avventura religiosa impensabile solamente un anno fa: «La ritengo positiva. Perché doveva essere un evento di preghiera e così è stato. A cominciare dalla spettacolare processione dal porto fino alla grande chiesa di Santa Maria del Mar, dove il cardinale di Barcellona Lluis Martinez Sistach ha celebrato con monsignor Giuseppe Mani, l’ausiliare Mosè Marcia e una ventina tra sacerdoti locali e religiosi mercedari».
Il rettore del santuario non enfatizza la scarsa partecipazione catalana. «Barcellona non è Cagliari, dove basta una notizia sul giornale e tutti in un attimo possono raggiungere una chiesa, una strada, una piazza. Il centro di quella città - dice il mercedario - è in mano ai turisti, che, anzi, hanno mostrato curiosità e interesse per quel corteo di 900 persone, ordinate e composte, al seguito di una Madonna. Gente di tante nazionalità che nella rambla filmava, fotografava chiedeva notizie e informazioni su quella processione fuori programma, non certo inserita nelle guide turistiche locali».
La parte religiosa «è andata molto bene», commenta padre Salvatore. Anche per lui il pellegrinaggio è stato un tornare alle origini del suo ordine. Da Barcellona, infatti, hanno preso le mosse i mercedari fondati da Pietro Nolasco, un giovane mercante impegnato con un gruppo di amici nella redenzione degli schiavi. Il primo agosto del 1218 un’intensa esperienza religiosa lo convinse a trasformare il suo gruppo di laici in un “Ordine religioso redentore”, che sotto la protezione e l’appoggio del re d’Aragona e della Chiesa continuasse nella grande opera di misericordia. E così il 10 agosto 1218 nella cattedrale di Santa Croce di Barcellona nasce il nuovo ordine religioso, che si ispira alla regola di Sant’Agostino e sull’abito porta il segno della cattedrale di Barcellona, la croce. Un ritorno alle radici mercedarie - si è detto - avvalorato dalla presenza del maestro generale dell’Ordine, padre Giovannino Tolu, responsabile mondiale di una famiglia religiosa presente nei cinque continenti e alla guida di importanti santuari e parrocchie, tra cui quello di di Bonaria figura ai primi posti per importanza mondiale.
«Anche i partecipanti al pellegrinaggio sono contenti», aggiunge padre Mura. «Me l’hanno detto durante il viaggio, l’hanno confermato in basilica, me lo ripetono per telefono». Sulla scia di questo successo, qualcuno immagina un prossimo pellegrinaggio a Buenos Ayres, capitale dell’Argentina, che ha preso il nome proprio dal santuario cagliaritano. «Non so se i sogni diventeranno realtà», aggiunge padre Salvatore Mura, ormai impegnato nella preparazione della sagra estiva, del 5 luglio: «Interverrà l’arcivescovo di Livorno, Simone Giusti, che restituirà la visita che l’anno scorso la nostra comunità - conclude il rettore - fece alla sua città toscana portandovi per due giorni il simulacro della Madonna di Bonaria».