Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ascensori: le soluzioni degli altri Orvieto, Otranto, Bergamo, Perugia: paesaggio e tecnologia

Fonte: L'Unione Sarda
22 maggio 2017

CASTELLO.

Un viaggio tra i borghi dove si è trovato il modo di collegare la città alle zone alte Ascensori: le soluzioni degli altri Orvieto, Otranto, Bergamo, Perugia: paesaggio e tecnologia


Città che vai, soluzione che trovi. Tranne a Cagliari. Perché mentre le istituzioni del capoluogo sardo litigano sul progetto degli ascensori di Castello, ce ne sono altre decisamente avanti. Basta fare un giro per l'Italia - anche virtuale -, per scoprire borghi medievali dove la tecnologia convive con patrimoni storici, culturali e paesaggistici. In perfetto equilibrio. E anche per accorgersi che ci sono posti in cui la Soprintendenza sembrerebbe esser stata fin troppo clemente. Il tour parte dalla Puglia e arriva fino alla Lombardia.
OTRANTO Prima tappa nel Sud, in Puglia. Nella terra dei Martiri spicca la Torrematta, al suo interno un ascensore fatto di acciaio corten e cristallo. Perfettamente mimetizzato tra le mura. Dietro c'è un lavoro complesso, di restauro e recupero, portato avanti con la collaborazione della Soprintendenza. Facendola semplice: si è rimessa mano sull'antica torre circolare affacciata sul mare, al cui interno è stato inserito un impianto che consente di arrivare dal Porto direttamente al centro storico. L'opera porta la firma di Aldo Russo, progettista e direttore dei lavori.
ORVIETO In Umbria la prima tappa è Orvieto. «Il nostro sistema di mobilità integrata è un motivo di grande orgoglio», spiega Andrea Vincenti, assessore alla Mobilità e al Turismo. «Premetto che dietro la mobilità si muove una battaglia culturale, c'è ancora tanto da fare ma comunque abbiamo raggiunto un ottimo risultato». Nel dettaglio: nell'Ottocento qualche mente decisamente illuminata progettò una funicolare ad acqua «che successivamente fu dotata di motori elettrici ed è attualmente in funzione». Dopo è arrivato un percorso meccanizzato composto da scale mobili, tappeti mobili e fissi e persino due ascensori. «L'impatto ambientale è nullo, perché l'intero percorso è scavato nelle pareti (di tufo) della Rupe».
PERUGIA Con le sue scale mobili ha fatto scuola, oltre un ventennio fa. Poi si sono aggiunti anche gli ascensori, «tutti ad accesso gratuito», si legge nel sito istituzionale del Comune. Tasselli di un sistema alternativo di mobilità collettivo della città. Il primo impianto si trova nella galleria Kennedy, l'altro al mercato coperto (Pincetto). E c'è persino un ascensore, inclinato, che permette di raggiungere la zona centrale partendo dal capolinea del Minimetrò: evoluzione urbana della funicolare.
BERGAMO Facendo un salto in Lombardia, ecco il caso di Bergamo, con la funicolare che congiunge la Città Bassa a quella Alta. Un traguardo importante, ottenuto dopo lunghi dibattiti, da cui - nel 1887 - uscì vittorioso l'emiliano Alessandro Ferretti. È suo il progetto che portò alla prima corsa, il 20 settembre. Tra il 1920 e il '21 l'opera venne ristrutturata e dotata di nuove vetture. In seguito diventate panoramiche e capaci di accogliere cinquantacinque passeggeri.
LAZIO Una visita alla Capitale è d'obbligo. Il caso romano riguarda gli ascensori del Vittoriano, inaugurati nel 2007 dall'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dall'allora ministro ai Beni culturali Francesco Rutelli. Che nonostante le feroci critiche (Paolo Arata, archeologo dei musei capitolini, lì definì i più brutti del mondo), sono ancora lì.
SPOLETO Tornando in Umbria, anche Spoleto punta sui percorsi meccanizzati. Frutto di un progetto articolato in tre grandi aree di sosta (realizzate fuori dal centro storico), ognuna dotata di altrettanti percorsi sotterranei (ascensori e tappeti mobili) o superficiali (scale mobili) che trasportano residenti e turisti direttamente nel centro storico.
CAGLIARI E poi c'è Castello con gli ascensori entrati in funzione nel Duemila. Diciassette anni di continui malfunzionamenti ai quali ancora non si è trovato rimedio. Anzi, sì: andrebbero sostituiti. Ma il nuovo progetto è fermo da mesi.
Sara Marci