Musica

« N on esiste più il despota del podio. Oggi il direttore d'orchestra è un po' musicista, un po' vigile urbano: occorre preparazione impeccabile e capacità di rendere fluide le dinamiche».
È carico al punto giusto il maestro Pietro Rizzo, veronese, classe 1973, al suo esordio a Cagliari per la direzione della decima tappa della stagione concertistica del Lirico, venerdì alle 20.30 e sabato alle 19. Celebri i brani in programma da Mozart a Schubert.
In qualità di solista si esibirà all'oboe la tedesca Viola Wilmsen.
Maestro Rizzo, che concerto ha preparato per il pubblico del Lirico?
«Cagliari ha una grande orchestra. Io ho cercato di indagare il senso più intimo delle partiture. Vale soprattutto per la Sinfonia n.40, che rivela un Mozart insolitamente pensoso, forse tormentato».
Quando ha deciso di prendere in mano la bacchetta?
«Durante gli anni di studio in America. Nasco violinista, a Dallas ho scoperto la direzione. È una ebbrezza difficile da definire, qualcosa che sgorga da dentro».
Ha dei modelli di riferimento?
«Kleiber, per la creatività. E Toscanini, il più grande: faceva suonare bene anche le orchestre più scalcagnate».
Fabio Marcello