Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tavolo e quattro sedie rendono 25mila euro l'anno

Fonte: L'Unione Sarda
17 maggio 2017

Uno studio delle associazioni di categoria alla base della proposta Un grande bar all'aperto

 

 


Giocare d'anticipo e non farsi trovare impreparati. Questa la strategia per convincere tutti che “a piedi è meglio”.
LA PROPOSTA La commissione mobilità del Comune si prepara a presentare una mozione in Consiglio per la pedonalizzazione di circa due chilometri di centro storico, dalla porta di Palabanda a via Alghero, e ha già preparato le carte per resistere alla levata di scudi che - con ogni probabilità - ci sarà quando la proposta arriverà in Aula. Ecco, per far valere il principio secondo il quale “a piedi è meglio” bisogna rifarsi (anche) alla regola del tavolino. Un calcolo matematico, già a corredo della pratica, che stabilisce quanto rende il suolo pubblico dato in concessione a bar e ristoranti.
LA RENDITA Un tavolo con quattro sedie nel quartiere della Marina vale circa 25 mila euro lorde all'anno. Meno redditizio il servizio all'aperto per chi ha un esercizio in via Sonnino e via Dante, dove la media è di circa 18 mila euro. In base ai dati degli uffici dell'assessorato alle Attività produttive, per le vie del centro storico esistono circa 150 concessioni (molte in fase di rinnovo) e altre 150 sono quelle distribuite nel resto del territorio comunale. Ora, ipotizzando che ogni esercizio abbia dieci postazioni e moltiplicando il dato per 300 (il totale di concessioni) si arriva a 60 milioni di euro lordi all'anno.
UN AFFARE MILIONARIO Una cifra per la quale, secondo il presidente delle commissione, Fabrizio Marcello, vale la pena investire sulle aree pedonali. «Non si tratta solo di una questione economica, che ha comunque una certa rilevanza anche perché lungo il tratto al quale facciamo riferimento sono già stati investiti 12 milioni di euro per la riqualificazione», annuncia.
«TROPPE AUTO» Liberare il centro dal traffico, però, avrebbe anche altre conseguenze. «Ogni giorno in città entrano 165 mila auto. Nel 2011 erano ventimila in più. Questo significa che è stato fatto un passo in avanti, ma non è ancora sufficiente. È giusto che i cittadini si riprendano i luoghi pubblici e che possano goderne grazie a servizi che devono essere all'altezza. Ovviamente, senza dimenticare il ritorno economico che l'ampliamento delle aree pedonali potrà avere sulla città».
GUERRA DEI DECIBEL Il convincimento che i tavolini all'aperto valgano oro è anche di Confesercenti, Confcommercio e del Consorzio Cagliari Centro storico. I rappresentanti delle tre associazioni, solo qualche mese fa - in piena guerra dei decibel, ovvero quando con il comitato “Rumore, no grazie” aveva appena incassato il parere favorevole dell'Arpas sull'inquinamento acustico prodotto dalla movida - hanno scritto all'assessora regionale Donatella Spano proprio in merito al valore del loro lavoro. Anche quello notturno. Anche quello all'aperto. Alla rappresentante della Giunta Pigliaru che aveva ipotizzato l'anticipazione del coprifuoco nel quartiere della Marina era stato suggerito di considerare «le richieste di aiuto a tutela di oltre 300 imprese e di oltre 1.200 posti di lavoro, attuando una serie di iniziative volte ad attivare percorsi di sensibilizzazione delle parti sociali per far sì che la cura non ammazzi il malato».
L'APPELLO Ancora più dettagliata l'analisi offerta dai soci del Consorzio del Centro. «Su 177 attività commerciali della Marina e zone limitrofe - tra le quali la maggior parte sono ristoranti, bar e pizzerie - la diminuzione dell'orario di ritiro dei tavoli comporterebbe una reazione a catena che si può sintetizzare così: perdita di personale per circa 150 unità, mancato guadagno di circa 5 milioni, diminuzione del fatturato e dei conseguenti introiti per lo Stato».
INDIRIZZO POLITICO Entrambi i documenti sono parte dello studio della commissione. «È un punto di partenza fondamentale. Accrescendo le aree pedonali ci sarebbe più spazio per attività commerciali e turistiche. Di fatto con tutti i lavori in corso, molte strade sono già chiuse alle auto, quel che serve è un indirizzo politico che istituzionalizzi questo percorso» conclude Marcello. Per questo sarà necessario il voto dell'Aula.
Mariella Careddu