I progetti della Regione sui volontari per protezione civile, ambiente, beni artistici e culturali
La proposta del ministro della Difesa Pinotti accende il dibattito
Ritorna la naia obbligatoria. La proposta lanciata durante la festa degli Alpini dal ministro della Difesa Roberta Pinotti non prevede fucili, alzabandiera o vita da caserma, ma punta sull'obbligatorietà del Servizio civile. Un'opportunità, secondo la ministra, per i giovani e per gli enti che godrebbero dei progetti destinati a iniziative che spaziano dalla sicurezza sociale alla protezione civile. Un percorso che in Europa si sta diffondendo: in Svezia la leva tornerà obbligatoria il primo luglio dell'anno prossimo e presto, a sentire il nuovo presidente Macron, si adeguerà anche la Francia.
DOPO LA NAIA Sono passati 12 anni (esattamente dal primo gennaio 2005) da quando il servizio militare obbligatorio è stato sospeso (e non abolito). Da allora l'assessorato regionale al Lavoro elabora progetti da destinare al Servizio civile. Il bando appena concluso prevede la partecipazione di 702 ragazzi (ovviamente non c'è differenza di sesso) che per 12 mesi verranno coinvolti in piani che si sviluppano in cinque aree: assistenza; protezione civile; ambiente; patrimonio artistico e culturale; educazione e promozione culturale. Non si tratta di lavoro gratuito: al volontario è riconosciuto un assegno mensile di 433,80 euro.
AL SERVIZIO DEI PIÙ DEBOLI L'ultimo terremoto che ha colpito il centro Italia ha messo in luce un aspetto dei soccorsi: nei casi di calamità naturali è più importante la testa che non le braccia. Il servizio civile è determinante per il sostegno alle fasce più deboli e per l'emergenza del momento: gli sbarchi dei migranti. L'assessore comunale con delega alla Protezione civile Claudia Medda vede positivamente la proposta della ministra. «In un momento storico in cui le amministrazioni pubbliche hanno personale sempre più ridotto e anziano, qualsiasi tipo di aiuto va bene. Conosciamo l'importanza delle associazioni di volontariato, sempre disponibili in caso di necessità». L'assessore Medda ha qualche dubbio sull'obbligatorietà del Servizio civile. «Premesso che il fine della proposta della ministra sono il patriottismo (termine da non relegare solo alla destra), agevolare i giovani all'ingresso nel mondo del lavoro e socialità, la vedrei meglio come iniziativa basata sul volontariato».
ATTENTI ALLE STORTURE Il senatore Luciano Uras, componente dell'Assemblea parlamentare della Nato, invita alla prudenza. «È un'iniziativa importante, orientata verso la solidarietà e in grado di professionalizzare i giovani, che sosterremo. È fondamentale, però, chiarire in modo preciso le modalità di esonero. Non è ammissibile - sostiene Uras - che chi ha già un lavoro o ha in corso studi sia costretto ad abbandonarli obbligatoriamente per il Servizio civile. È altrettanto importante poi fissare regole precise per evitare che il volontariato si trasformi in un servizio di leva gratuito e che i progetti collochino i giovani nella loro area di residenza, evitando così deportazioni con relativi aggravi di costi». A proposito di soldi, quanto spenderebbe lo Stato per il Servizio civile obbligatorio? «Non parliamo di costi, ma di una spesa utile che corrisponderà a un ritorno».
UN PONTE CON L'ISOLA Non solo alluvioni, terremoti o emergenze. Il Servizio civile può basarsi anche su progetti che creano un collegamento tra la Sardegna e l'estero. «Ho partecipato, con altre 11 ragazze, a un progetto del Servizio civile per l'internazionalizzazione dello sviluppo locale», spiega Silvia Doneddu, 44 anni, sassarese, ma da tempo trapiantata nel capoluogo. «Nove mesi in Spagna fondamentali per la mia crescita. Ora mi occupo di consulenze e sviluppo progetti per l'Università».
Andrea Artizzu