Legge urbanistica, il post di Pigliaru su Fb e il coro di “no” alla deroga per hotel
È tempo di nuova legge urbanistica, il testo approvato dalla giunta (leggi qui) dovrà prima avere l’ok della Commissione urbanistica (in corso, qui l’audizione del Qatar) e quindi passare all’esame del Consiglio regionale. Si tratta di uno dei temi cruciali per la politica sarda e per la stessa campagna elettorale che ha portato alla vittoria il presidente Francesco Pigliaru (Pd). Dopo l’annuncio dell’assessore all’Urbanistica Cristiano Erriu ieri è stato il presidente in persona che dal suo profilo Facebook ha lanciato un post che molti hanno interpretato come “autodifesa”. L’oggetto è la delicata fascia dei trecento metri dal mare, super tutelata dal Piano paesaggistico regionale voluto dal Renato Soru.
Pigliaru difende la legge urbanistica: “Nei 300 metri dal mare poche cose”
Il presidente punta il dito sul parere espresso dalle associazioni ambientaliste che, da Legambiente al Grig- gruppo di intervento giuridico fino al Fai, hanno già espresso le loro obiezioni (leggi qui e qui). Parla di “buon senso” e di novità per rendere gli alberghi datati competitivi al di là dell’alta stagione. Subito sul social più diffuso si è scatenaro un coro di “no”. E non solo degli attivisti in campo ambientale. Ci sono anche alcuni colleghi di partito, dell’ala “giovane”: da Simone Campus (assessore al Bilancio del Comune di Sassari) a Matteo Lecis Cocco Ortu, consigliere comunale di Cagliari.
Il primo, Campus, scrive proprio sulla deroga ai 300 metri dal mare: “Non erano questi i patti in campagna elettorale. L’adeguamento delle strutture deve essere una priorità, concordo, ma non è derogando i 300m che si allunga la stagione. E poi diciamocela tutta, questa “esigenza”, si concentra quasi tutta in due o tre località della Sardegna. Altrove l’adeguamento delle strutture ricettive non chiede di aggredire ulteriormente il litorale che in certi casi è già fin troppo cementificato. Questa volta sono in profondo disaccordo”. Il secondo, Cocco Ortu, mette in dubbio la deroga con la volontà di allungare la stagione: “Discutere di una legge di governo del territorio qualificando la proposta con l’allungamento della stagione turistica è come discutere di una riforma degli enti locali e dibattere solo sulla istituzione della città metropolitana. Vuol dire non aver colto la prioritaria necessità per la Sardegna di proporre una politica per il governo di un territorio in cui l’abbandono esponenziale delle aree interne è il tema che sta impattando profondamente nelle nostre comunità e lo farà in modo sempre più nel prossimo futuro”.
Anche gli addetti ai lavori, più o meno conosciuti, storcono il naso. Come Alessandro Alfonso, imprenditore e gestore di un portale web dedicato al turismo. I suoi sono toni durissimi: “Ma questa gente sta ancora in circolazione? Volete espandere Hotel (vuoti) gia esistenti, rovinando così ulteriormente il paesaggio e speculando sui soldi pubblici? Trovate un modo per riempirli per come gia sono! Prima di espandere, un minimo di studio di settore e capire quanti turisti ci saranno no?? Diminuiamo le rotte di aerei per la Sardegna e espandiamo gli hotel, eccola, é lei l’idea dell’anno!”.
Oggi interviene nella sua pagina Facebook, anche l’urbanista e architetto Sandro Roggio, che ha seguito da vicino la nascita del Ppr ancora in vigore. La sua è una nota molto tecnica che ricorda al presidente alcune sue considerazioni – di Pigliaru docente universitario – fatte tempo fa. Così scrive Roggio: “No presidente Pigliaru, così no. Non sono d’accordo con il post nella sua pagina FB. Sul Disegno di Legge in materia di governo del territorio non c’è nessun “pregiudizio ideologico” di associazioni ambientaliste o di altri. E per dimostrarglielo chiamo in causa il prof. Pigliaru. Il quale scriveva a proposito della risorsa naturale che attrae i turisti; e la definiva risorsa esauribile, ricordandoci che “… ogni investimento effettuato per aumentare il grado di sfruttamento turistico della risorsa (strutture ricettive, per esempio), ne determina un ‘consumo’ irreversibile, e di conseguenza la qualità ambientale, l’attrattività del suo scenario naturale diminuisce”. E continua: “Lascerei perdere l’ideologia e starei al merito, su cui ho già scritto (tra gli altri e con altri) per dire del contrasto del DdiL con il PPR. Il presidente concentra l’attenzione sull’art. 31 e su questo mi soffermo”. Si tratta proprio della deroga prevista per ghi hotel sulla costa. E mette ancora in evidenza alcune, presunte, contraddizioni: “Erroneo il presupposto che la previsione di consentire aumenti di volume – in fascia costiera e nei 300 metri dal mare – sia già contenuta a regime nel Piano paesaggistico 2006”. E da lì una serie di indicazioni molto dettagliate. “Credo infine ( e lo dicono gli amici del presidente nei commenti al suo post) – chiude – che per aiutare gli alberghi a stare aperti di più, bisognerebbe fare arrivare più turisti in Sardegna; e questo dipende anzitutto dalle frequenze dei mezzi di trasporto. Non dalle dotazioni più 25% del volume. Grandi alberghi superdotati chiudono a settembre, come tutti sanno”. E annuncia ulteriori post. La battaglia social di posizionamento sulla nuova legge è appena iniziata.
mo. me.