Cagliari, da sabato apre al pubblico il nuovo parco archeologico di Tuvixeddu
È la più grande e antica necropoli punica del Mediterraneo, un unicum in tutta l’Europa meridionale con le sue centinaia di tombe a pozzetto, molte delle quali ancora da studiare: Tuvixeddu, area sepolcrale di Cagliari usata fin dal VI secolo avanti Cristo, da qualche anno è stata restituita ai cittadini dopo decenni di incuria e abbandono. Da questo sabato ai due ettari e mezzo di area già visitabile se ne aggiungeranno altrettanti: con la manifestazione Monumenti aperti di sabato e domenica prossimi aprirà una nuova area della necropoli, appena messa in sicurezza e resa fruibile. Contemporaneamente saranno sistemati in tutto il sito cartelloni e didascalie in italiano e in inglese utili per raccontare ai visitatori l’importanza di Tuvixeddu.
La nuova apertura dell’area, accessibile sempre da via Falzarego, è stata presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa da Massimo Zedda, sindaco di Cagliari, e Paolo Frau, assessore comunale alla cultura: “Con l’ampliamento del percorso a Tuvixeddu abbiamo puntato sulla totale accessibilità – ha spiegato Frau – la necropoli e il parco saranno percorribili completamente anche dai portatori di handicap; le tombe, inoltre, sono state messe in sicurezza e dunque visitabili”. Il percorso è in realtà limitato e fruibile dalle passerelle, dato che per la tipologia stessa dei sepolcri è impossibile renderli accessibili e alcuni si trovano anche a dieci metri di profondità dal livello del suolo: le tombe ‘a pozzo’, tipiche dell’età punica tra il VI e il III e poi usate anche in età romana fino al I secolo avanti Cristo, erano camere rettangolari scavate sotto terra, raggiungibili tramite pozzetti verticali. Saranno comunque visibili dall’alto, mentre nel frattempo si lavora in collaborazione con il Crs4 per strumenti digitali che consentano di capire come era costruita e utilizzata l’intera necropoli.
Un’altra novità sono gli scavi che presto saranno avviati dalla Soprintendenza archeologica della Sardegna: gli studi più recenti su Tuvixeddu risalgono a oltre vent’anni fa, ed è probabile che con i nuovi metodi di scavo si possano ottenere dati nuovi e interessanti. Fino ad ora sappiamo che la necropoli serviva un grande centro abitato che si estendeva ai piedi del colle verso la laguna di Santa Gilla e di cui oggi conosciamo pochissimo; i defunti erano adagiati sopra lettighe in legno e accompagnati da un corredo di vasi in ceramica di uso quotidiano o più lussuoso; in alcuni casi gli archeologi hanno trovato anche gioielli, unguentari, amuleti, maschere dipinte su gusci di uova di struzzo, statuine e oggetti in bronzo. I corredi trovati a Tuvixeddu sono oggi esposti al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. Molte tombe, inoltre, erano arricchite con pitture e decorazioni: tra queste c’è la tomba di Syd, che si trova nella nuova parte del sito.
Nei piani dell’amministrazione cagliaritana c’è un ulteriore ampliamento dell’area visitabile: “Il Comune ha in consegna dal Ministero dei Beni Culturali 18 ettari sul colle di Tuvixeddu-Tuvumannu – ha spiegato il sindaco Zedda – cinque da sabato saranno fruibili per tutti i giorni dell’anno, sugli altri stiamo lavorando. Stiamo rendendo sicura anche la zona verso via Is Maglias con l’obiettivo di creare un ingresso su quel lato e permettere l’apertura del ‘canyon’ e dell”area del Catino’, e presto avremo anche un punto ristoro: in questo modo Tuvixeddu sarà accessibile da due strade, con possibilità di parcheggiare e di usare l’area anche come parco per tutto l’anno”.
Francesca Mulas