Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una città che parla con i giardini

Fonte: L'Unione Sarda
10 maggio 2017

Una città che parla con i giardini

Cagliari come molte città di lunga durata restituisce a ogni angolo la sua antichità. Lo fa attraverso manufatti, tessiture insediative, paesaggi in cui matericità e ambiente formano un unicum con pochi confronti. Anche per pervicacia e resilienza. Insospettabili stratificazioni sono restituite dai musei ma anche dai giardini. Sono percepiti, all'improvviso, quando esplode il “maggio odoroso” e s'impongono irriducibili col carico di metafore e di rimandi come i versi di Leopardi. C'è qualcosa di più urbano e collettivo dei giardini e dei musei in una città? Dove si va se non a interrogare loro quando si arriva in una terra incognita? Vi si raccontano le diverse età dei luoghi, le stagioni e i mille altrove di una comunità. Bisogna essere riconoscenti alla Francia per averli reinventati nel '700 come luoghi pubblici. Ancora di più oggi per la mostra “Jardins” al Grand Palais a Parigi dove mille storie s'intrecciano e dove quel raffinato giardiniere che è Gilles Clément, a Cagliari stritolato nei pettegolezzi di Tuvixeddu, si rappresenta con la foto di uno scarpone! Che sogno il suo jardin en mouvement, un fiume di papaveri rossi nel canyon! Nel suo racconto su Cagliari si scorgevano generazioni di pastori e di allevatori che, a tempo perso, innestavano “piante antiche” che, migranti, approdavano in Sardegna con quelle clandestine e vagabonde. Ricordava la sapienza di Ferruccio Barreca che a Tuvixeddu mi riprese perché calpestai i “gigli di Tanit”. Che insuperata lezione!