UNIVERSITÀ. «Vogliamo proporre una città sempre più accogliente» Erasmus, festa d'Europa Ogni anno partono tremila studenti universitari
Sono ormai più di un milione i figli di Erasmo. A trent'anni dal varo del più conosciuto programma di mobilità studentesca, il vecchio continente deve misurarsi con questa nuova generazione di cittadini europei figli di un programma sperimentale, diventato poi quella grande storia di successo che oggi è Erasmus plus .
FESTA EUROPEA Anche Cagliari, nell'ambito della settimana europea, festeggia i 60 anni del Trattato di Roma con “M'illumino di Erasmus”, nel trentennale del progetto. In collaborazione con Anci e Agenzia nazionale per i giovani, ogni Comune illumina un suo monumento simbolo: tutto blu, a Cagliari, Palazzo Bacaredda con la sua facciata colorata dal logo del programma Erasmus+ .
NON SOLO STUDENTI «Erasmus nasce come programma di mobilità per studenti universitari ma oggi», dice Giacomo D'Arrigo, direttore dell'Agenzia nazionale dei giovani, «è un'opportunità per i tutti i giovani della Sardegna indipendentemente dal loro grado di scolarizzazione, condizione economica e territoriale».
NUOVI CITTADINI «Con Erasmus si è puntato alla persona, alla formazione di una cittadinanza allargata», spiega Anna Aloi, dello sportello mobilità studentesca Ismoka dell'Università di Cagliari, «che oggi, forte di oltre quattro milioni di adesioni al programma, sente dentro di sé questa appartenenza europea . Grazie anche alla Regione, una delle prime in Italia a dotarsi di una specifica legge di finanziamento, ogni anno - fra gli atenei di Cagliari e Sassari - riusciamo a far partire tremila studenti, il 10 per cento del totale nazionale».
SOLIDARIETÀ «Siamo oggi in festa perché da questi giovani arriva un messaggio di speranza», è il pensiero di Alessandra Carucci, prorettrice dell'Università di Cagliari per l'internazionalizzazione. «Erasmus fa crescere amicizia, conoscenza e solidarietà: da qui l'importanza di una città accogliente per gli studenti che arrivano a Cagliari».
SENZA BARRIERE «Chi non ha barriere in testa non le potrà avere nelle sue relazioni interpersonali», aggiunge Anna Aloi, «questo è il valore più importante che Erasmus garantisce a tutti i suoi partecipanti». «Anche se il solo momento dello studio non basta più», precisa Luca Frongia, presidente della associazione Tdm2000, «occorre mettere in pratica tutto ciò che noi abbiamo appreso. Ecco spiegato quel più aggiunto alla parola Erasmus. Una sfida che va oltre la festa e deve durare tutto l'anno».
Paolo Matta