Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Riportiamo il Giro di Sardegna» Organizzatori e Federazione: i ciclisti amano correre nell'Isola

Fonte: L'Unione Sarda
10 maggio 2017

Pronto un nuovo progetto, Dessì (Fci) chiede un incontro a Pigliaru: vediamoci al più presto


Le squadre più importanti spingono per venirci, gli organizzatori sono pronti, gran parte delle televisioni che hanno ripreso il Giro d'Italia garantirebbero la loro presenza. Sulla scia del successo del Giro d'Italia, i tempi sembrano maturi per far tornare nel 2018, dopo sette anni, il Giro di Sardegna. La Federciclismo sarda ci crede così tanto che chiede, per ora solo a mezzo stampa, un incontro a governatore e all'assessore al Turismo. «Spero che ci si possa vedere al più presto per parlarne», annuncia il presidente Stefano Dessì.
Solo entusiasmo post carovana rosa? Non esattamente. Certo, sfruttarne l'abbrivio ha un senso, come lo ha far leva su aspettative ed emozioni generate dalle immagini tv e da video e foto diffuse sui social. Ma significa anche dare un senso agli investimenti di Viale Trento sul turismo ambientale e sostenibile e a quei 15 milioni investiti per realizzare duemila chilometri di piste ciclabili con l'intento di attirare i ciclisti amatoriali benestanti e riempire i periodi cosiddetti di spalla.
GRANDE VISIBILITÀ Il presidente della Regione non lo esclude anche se per ora sembra freddino: «Vedremo, a noi servono eventi visibili nel mondo», ha detto rispondendo a una domanda precisa. Forse sottovaluta la corsa a tappe sarda. Che tra l'altro è stata tra le più amate di una leggenda del ciclismo, Eddy Merckx, che nell'Isola vanta quattro trionfi.
Posto che il Giro è approdato in Sardegna quattro volte in cento edizioni, in media ogni 25 anni, qual è l'evento ciclistico che può attirare l'attenzione di quei turisti a cui la Regione dà la caccia? Il Giro di Sardegna, appunto. «La gara può ricalcare il percorso del Giro d'Italia e viene seguita dalle stesse tv, anche se viene trasmesso in differita», spiega Stefano Pilato che con la sua Leisure & Sport ha organizzato le ultime tre edizioni della corsa, sino al 2011. Pilato, che ogni anno presenta un progetto alla Regione, ribadisce di essere prontissimo a organizzarlo di nuovo «purché si faccia una programmazione come minimo quadriennale e si stanzino almeno 500 mila euro all'anno».
TUTTI VOGLIONO TORNARE Sono le condizioni perché le grandi squadre possano programmare la loro attività e per trovare altri sponsor. «In questi giorni il mio telefono non ha mai spesso di squillare, le garantisco che le squadre non aspettano altro che il ritorno del Giro di Sardegna e verrebbero anche molti cicloamatori che giudicano l'ambiente sardo inestimabile. Anche perché i ciclisti non ne possono più di passare dal calore estremo degli Emirati Arabi al freddo delle corse successive: si ammalano di bronchite, perdono tempo. Vogliono la Sardegna», aggiunge Pilato, «vogliono aria fresca, bellezza, gente accogliente. E le tre tappe sarde li hanno convinti ancora di più che qui c'è tutto questo» Al Giro di Sardegna, sostiene Pilato, potrebbe essere legata anche la partenza del Giro d'Italia under 23: «Ne ho parlato con il commissario tecnico della Nazionale Cassani, lui è favorevole», sottolinea Pilato.
FEDERCICLISMO PRONTA Anche Stefano Dessì non vede l'ora di mettersi al lavoro: «È chiaro che il Giro d'Italia come grande evento internazionale non ha paragoni ma se la Sardegna si limita alla corsa rosa e poi tutto muore si rischia di vanificare gli sforzi».
Nelle sue 29 edizioni la gara sarda si è sempre svolta tra febbraio e marzo, un periodo nel quale i professionisti preparano i grandi giri. «Peraltro tante squadre professionistiche e dilettantistiche sono venute qui a fare la preparazione». Serve continuità, insomma.
Una cosa è certa: la candidatura deve essere presentata entro luglio. «Ci muoveremo subito per cercare un contatto con la Regione e speriamo di poter organizzare un incontro». L'ex assessore Morandi si era detto possibilista, che cosa dirà Barbara Argiolas?
Fabio Manca