Quartiere del Sole. Dopo il Tar anche il tribunale del riesame dà ragione all'impresa
Illegittimo il decreto di sequestro del cantiere: tutto in regola
Il 13 maggio il sequestro da parte del gip, ieri l'ordine di dissequestro del cantiere di via Gallinara da parte del tribunale.
A due settimane dal decreto di sequestro preventivo emesso il 13 maggio dal gip Luisanna Melis, i giudici della prima sezione del tribunale hanno disposto il dissequestro del cantiere di via Gallinara dove la Progetto casa immobiliare ha avviato la costruzione di un palazzo di sei piani.
Il collegio del riesame - presidente Mauro Grandesso, a latere Giorgio Cannas e Silvia Badas - ha accolto le tesi dei legali della società, Patrizio Rovelli e Massimiliano Marcialis, che venerdì scorso avevano chiesto la revoca del decreto contestando le motivazioni all'origine del provvedimento cautelare emesso nell'ambito di un'inchiesta per abuso edilizio e falso a carico di Franco Cardia, amministratore della società, e del geometra Alex Fois.
LE MOTIVAZIONI DELLA PROCURA Secondo la procura la concessione edilizia sarebbe illegittima per quattro ragioni: nonostante l'area dove deve sorgere l'immobile sia all'interno della fascia di 300 metri dalla zona umida non sarebbe stata richiesta l'autorizzazione paesaggistica; non sarebbe stato effettuato lo screening volto a stabilire se l'intervento poteva pregiudicare l'ambiente, richiesto dalla normativa riguardante i siti di importanza comunitaria e da quella relativa alle zone di protezione speciale tra i quali rientrerebbe lo stagno di Molentargius; sarebbero stati violati il piano attuativo di lottizzazione “San Bartolomeo-Ciani” e il regolamento edilizio del Comune che non consentirebbero, in sintesi, la costruzione di palazzi tra le ville.
GLI ELEMENTI DELLA DIFESA I legali, come aveva già fatto poco più di un anno fa il Tar rigettando la richiesta di annullamento della concessione edilizia, hanno dimostrato in primis che la fascia dei 300 metri dalla linea di battigia (prevista dal Codice Urbani) deve essere rispettata solo per i comuni contermini ai laghi, non per le zone umide. Quindi se l'intervento non ricade in zona vincolata non è necessario richiedere l'autorizzazione paesaggistica, come già era stato comunicato alla società dalla Regione. Quanto al presunto divieto di costruire un palazzo di 17,60 metri in una zona di ville (massimo 10 metri, secondo la procura), gli avvocati della Progetto casa hanno evidenziato che il Piano urbanistico ha modificato quella norma consentendo di costruire cinque metri cubi per metro quadro. Nemmeno il falso, che si configurerebbe in una perizia giurata del geometra, sarebbe stato dimostrato.
PRIMO PROVVEDIMENTO È la prima volta che un provvedimento di questo genere in questa materia viene annullato dal tribunale. Per Rovelli si tratta di «una decisione assolutamente ineccepibile del tribunale che ha dimostrato grande competenza e indipendenza. Già il Tar aveva dato ragione a Cardia ed è giusto che la decisione del giudice specializzato e competente sia riconosciuta come tecnicamente valida anche dal tribunale penale».
FABIO MANCA
27/05/2009