Il Giro d’Italia fa incassare? Dubbi, risposte e un certo uomo-panda
Oggi, intorno alle 17, l’arrivo in città dei ciclisti: e sarà sicuramente un fiume rosa che si riverserà sulle strade ad applaudire i corridori. Lo sport della bicicletta ha fatto e sta facendo scrivere pagine di storia: memorabili imprese e grandi drammi, miti e leggende in parallelo con la storia del Paese e dell’Europa. Sudore e fatica sulla sella come metafora della vita. Ma lasciando per un attimo da parte i veri protagonisti del Giro, cosa porta tutto ciò nelle tasche dei comuni che ospitano una macchina organizzativa simile? Va detto che la corsa rosa 2016 ha avuto un’esposizione globale, soprattutto grazie ai nuovi media. 184 i paesi in tutto il mondo che hanno trasmesso il Giro in tv attraverso 29 network, dei quali 24 lo hanno fatto in diretta. Quest’anno i follower su Twitter sono intorno ai 518mila e circa oltre 960mila i fan su Facebook con quasi 3 milioni e mezzo di pagine viste al giorno su sito, mobile e app del Giro.
Una manifestazione di tale portata ha sulle regioni interessate un forte impatto in vari ambiti: economico, turistico, ambientale, socio-culturale e politico. In effetti il Giro d’Italia garantisce dal punto di vista economico e turistico una valorizzazione della notorietà delle aree attraversate come destinazioni turistiche e una crescita delle informazioni sulle potenzialità in termini di investimenti e sulle attività commerciali: uno spot pubblicitario con ritorni di gran lunga superiori agli investimenti. In ambito socio-culturale ad uscirne rafforzate sono le tradizioni e i valori locali oltre ad un maggior interesse e partecipazione dei residenti ad attività associate all’evento e a livello politico il Giro d’Italia garantisce un maggior riconoscimento internazionale dell’area italiana e dei suoi valori. L’impatto economico è decisamente rilevante. Difficile stabilire i dati sul fatturato generato dal passaggio del Giro nelle città di tappa, comunque ogni città che ospita un arrivo, oltre alla pubblicità internazionale introita moltissimo subito e a posteriori.
Ed è finalmente arrivato il turno di Cagliari che, per la quarta volta nella storia del Giro, si prepara ad accogliere la carovana rosa: l’arrivo, previsto in via Roma, sta mettendo in moto una vera e propria mobilitazione di ristoratori ed esercenti pronti a sfamare e ristorare gli avventori. Fulvio Cocco, titolare del Caffè Roma si mostra soddisfatto: «Stiamo lavorando alla grande da ieri, non riusciamo a fermarci un attimo!». Non mostrano lo stesso entusiasmo dal ristorante Corallo della Marina, dove a parlare è Andrea, cameriere: «Sicuramente ci sarà più movimento nei bar. Per vedere l’evento la maggior parte non sono turisti e non si fermano a mangiare. E poi non ci sono parcheggi ed è difficile arrivare in centro. Abbiamo lavorato di più grazie alla macchina organizzativa e quindi la squadra, i medici, i giornalisti».
L’uomo-panda in una precedente edizione del Giro
Dulcis in fundo una super star del Giro: l’uomo-panda Simone Congiu. «Ogni anno mi travesto da panda e seguo i ciclisti nelle varie tappe offrendo loro una borraccia con dentro birra!». Oggi ha però assicurato che farà da bravo e che, nella sua Sardegna, si godrà solo la gara, pronto a ripartire con la preziosa bevanda al luppolo da somministrare ai corridori nelle tappe di montagna.