CASTELLO.
Dopo lo scontro sindaco-sovrintendente urge una soluzione immediata Ascensori, è tempo di decidere Il quartiere dentro le mura non può restare ancora isolato
C'è chi s'avventura in disquisizioni sui massimi sistemi del bello e chi lascia da parte teoremi e filosofia e la butta sul lato pratico. Certo è che gli ascensori di Castello fanno partire il dibattito. Dopo la bocciatura al progetto per i nuovi impianti da parte della Soprintendenza («sono troppo impattanti»), e la presa di posizione del sindaco Massimo Zedda («non si può più aspettare»), la politica resta da parte. La realtà è sotto gli occhi di tutti: Castello ha un problema di accessibilità. Mentre le istituzioni discutono arrivano proposte e controproposte.
IL COMITATO Per residenti e commercianti del comitato Castello 2020 «la situazione è tragica, non è accettabile che ci vogliano anni e anni per far funzionare gli ascensori», premette Antonio Orione, il fondatore e portavoce del malumore diffuso nel rione blindato. «Non si può perdere altro tempo dietro l'estetica, gli ascensori esterni esistono in ogni angolo del mondo e, a meno che non si facciano sottoterra, sono impattanti. Non ci sono alternative: senza impianti funzionanti non si può stare».
L'URBANISTA Pasquale Mistretta, urbanista ed ex Rettore dell'Università, non ha dubbi: «Gli ascensori sono necessari, su questo non si discute, e da un'occhiata alle immagini del rendering quelli nuovi non sembrano male. Ma, non conoscendo bene i dettagli preferisco non entrare nel merito del progetto, ciò che mi sento di dire con assoluta fermezza è che non è accettabile che un funzionario abbia potere di veto, anche davanti a più voci contrarie. Castello ha un grave problema di accessibilità, va risolto subito».
GLI AMBIENTALISTI Al confronto sulle sorti del quartiere prendono parte anche gli ambientalisti. La parola passa a Stefano Deliperi, presidente dell'associazione Gruppo d'intervento giuridico: «È possibile che non si riesca a trovare una soluzione più rispettosa del luogo? Certo, brutture ne sono state fatte tante, ma non vedo perché si debba continuare. Hanno realizzato gli ascensori a suo tempo, e certo non sono belli, ora è necessario rimetterci mano ma si faccia qualcosa di decente, perché i nuovi ascensori proposti sembrano impianti per un centro commerciale, non sono sicuramente adatti a Castello».
LE ASSOCIAZIONI Scendono in campo anche le associazioni di categoria. Prende parte al dibattito Roberto Bolognese, presidente provinciale della Confesercenti. «Oggi fare impresa è un'impresa e a Castello lo è ancora di più», dichiara. «Non c'importa di chi siano le responsabilità di ritardi e malfunzionamenti, penso ai risultati: i continui guasti agli impianti vanno a discapito degli operatori economici che resistono nel quartiere. Stiamo assistendo da anni a un teatrino desolante in cui la velocità delle imprese si scontra con quella della burocrazia. Il problema degli accessi è fondamentale e il fattore tempo determinante: va bene tutto, basta che si prenda una decisione rapidamente».
L'ARCHEOLOGA Interviene anche Maria Antonietta Mongiu, archeologa e presidente regionale del Fai (Fondo ambiente italiano): «Dopo anni di malfunzionamento penso che questa storia abbia dell'incredibile. Spetta all'amministrazione fare il progetto, e non alla Soprintendenza, perché se così fosse si dovrebbe far diventare il Soprintendente sindaco di Cagliari», sottolinea. «I progetti non possono prescindere dalla dimensione storica del luogo, per cui stupisce che il Comune abbia portato avanti un progetto privo delle autorizzazioni paesaggistiche e non coerente con le normative vigenti».
Sara Marci