ASTELLO. Per i Beni culturali i nuovi impianti avrebbero un impatto troppo forte, meglio i vecchi
Il sindaco alla Soprintendenza: «Propongano soluzioni alternative»
Le idee non combaciano, e l'amministrazione non torna indietro: «Noi la soluzione l'abbiamo e siamo stufi dei continui blocchi e rinvii». Gli ascensori di Castello continuano a far parlare: dopo la bocciatura della Soprintendenza al progetto per i nuovi impianti («troppo impattanti dal punto di vista paesaggistico»), arriva la replica del sindaco Massimo Zedda. Che rompe il silenzio e mette da parte il fioretto.
IL SINDACO «Per noi è prioritario rendere accessibile il quartiere di Castello con una soluzione che consenta ai residenti e ai turisti di raggiungere la parte alta della città, nel rispetto delle mura», premette il primo cittadino. «In ogni caso ci aspettiamo che gli enti deputati al controllo propongano eventuali soluzioni alternative e non si limitino soltanto a dire che quanto proposto non va bene. La risposta che noi attendiamo è urgente e non più rinviabile», sottolinea. «La manutenzione degli ascensori attuali è inutile, è uno spreco ed è irrealizzabile: l'unica soluzione è la loro sostituzione con un sistema più moderno, meno impattante, più funzionale e con minor spreco di risorse pubbliche».
IL RETROSCENA Posizione chiarissima, che arriva immediatamente dopo le dichiarazioni del Soprintendente per il Sud Sardegna Fausto Martino. Messe nero su bianco nel verbale della Conferenza di servizi riunita a ridosso del ponte pasquale - chiamata a confrontarsi sul progetto appaltato a dicembre e già aggiudicato -, e ribadita a voce. Con diplomazia, ma il risultato non cambia. «La soluzione prospettata dal Comune non è adeguata». Ma le idee del numero uno dei Beni culturali («rimettiamoli in funzione così come sono, facciamo un'operazione di manutenzione e programmiamo per un futuro non immediatamente prossimo una soluzione definitiva e più compatibile con il paesaggio» oppure «troviamo un'alternativa di maggior qualità architettonica e di minor impatto»), non soddisfano il sindaco Zedda, che di aspettare - ancora - non ha intenzione.
L'INCOGNITA Sembra un muro contro muro, che spaventa i castellani e continua a non dare certezze sui tempi di conclusione della vicenda. Iniziata nel 1996, quando il Comune per migliorare la fruizione del rione (riducendo il passaggio delle auto), decise di installare gli ascensori. Venne predisposto il progetto, e nel 1999 i lavori furono completati dall'Impresa di Costruzioni di Raffaele Pellegrini. È nel maggio del 2000 che gli impianti entrarono in funzione, mostrando da subito i primi problemi: colpa dei motori piazzati sottoterra e privi di prese di aerazione. Una storia che ormai i cagliaritani hanno imparato a memoria. Perché da allora sono passati tanti anni - diciassette per la precisione -, cadenzati dalle proteste più o meno quotidiane davanti ai continui guasti. E da quei cartelli “Impianto in manutenzione” che sembrano esser diventati parte integrante delle mura di Castello. La storia continua, e la pagina finale ancora una volta rischia di allontanarsi. L'unica certezza - per ora - è che Castello paga i danni di scelte contestate e continua ad aspettare l'annunciata rivoluzione.
Sara Marci