Al via in Sardegna il reddito di inclusione, dai 200 ai 500 euro mensili
Destinatarie le famiglie, anche unipersonali, con redditi fino a 6mila euro annui
CAGLIARI. In Sardegna il Reis, il reddito di inclusione introdotto con legge regionale l’estate scorsa, sarà erogato per il 2017 in denaro - da un minimo di 200 a un massimo di 500 euro mensili - e non tramite una carta acquisti come nella misura nazionale del Sia. È quanto prevedono le nuove linee guida approvate dalla Giunta regionale per applicare il cosiddetto «aggiudu torrau» (aiuto restituito), previsto dalla legge 18 del 2016. La prima novità riguarda il superamento delle lentezze burocratiche dovute all’allineamento del Reis con il Sia-Sostegno per l’inclusione attiva, del quale, a regime, verranno utilizzate le medesime piattaforme informatiche. Per superare questòostacolo, la Giunta ha deciso di considerare il 2017 come un anno di transizione, in cui le risorse verranno trasferite direttamente ai Comuni che stileranno le graduatorie degli aventi diritto.
Ciascun beneficiario dovrà stipulare prima un patto con l’amministrazione comunale in cui sarà definito il progetto di inclusione attiva che la persona s’impegna a realizzare. Fra i destinatari vengono incluse le famiglie unipersonali, già presenti nel precedente programma regionale di contrasto delle Povertà, e le famiglie di fatto conviventi da sei mesi, di cui almeno un componente sia residente in Sardegna da un periodo non inferiore ai 24 mesi.
L’ammontare minimo e massimo del sussidio economico è differente da quello nazionale, che va da 80 a 400 euro, e sale da un minimo di 200 a un massimo di 500 euro. Le due misure non si escludono a
vicenda, ma al contrario, per richiedere l’accesso al Reis è obbligatorio, per chi ha i requisiti, presentare domanda anche per il Sia. L’integrazione e il coordinamento fra le due misure avverrà attraverso un ordine di priorità e partendo da una soglia Isee di 3mila euro e fino a 6mila euro.