Rassegna Stampa

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Demolizioni, Sant'Elia in rivolta: "Occuperemo la Regione"-VIDEO

Fonte: web Castedduonline.it
5 maggio 2017

 

Autore: Ennio Neri il 04/05/2017 21:22

 


di Ennio Neri

Decine di famiglie, un borgo intero che si prepara alla lotta. I palazzoni Del Favero di Sant’Elia saranno demoliti e ricostruiti. Ma prima, secondo i piani di Area, gli abitanti verranno trasferiti in residenze temporanee che potranno essere individuate anche nell’hinterland (Assemini, Elmas, Quartu, ecc). Quindi: il trasferimento altrove non è certo. Ma anche solo l’ipotesi dell’esodo turba i sonni di 265 famiglie, di quelli che amano vivere nel rione e che non vogliono abitare in nessun altro posto del mondo per motivi di lavoro o perché necessitano per vivere al meglio sui rapporti di buon vicinato costruiti negli anni. E oggi nel borgo vecchio di Sant’Elia, nel teatro all’aperto davanti alla parrocchia, si è costituito il primo comitato di quartiere che si pone l’obiettivo il miglioramento della qualità della vita nel rione e combattere per sfuggire al trasferimento altrove. Un centinaio circa i partecipanti, tra giovani, pescatori, pensionati e casalinghe che commentano la delibera di giunta che dà il via alle demolizioni e riqualificazioni dei palazzi di Area.

Il presidente, eletto per acclamazione assieme agli altri 4 membri del direttivo (Rosanna Sabati, Roberta Pani, Gabriella Paderi e Gianfranco Gerina), è Billo Vistosu: “Noi lotteremo per rimanere”, ha dichiarato, “prima di andare via da qui ne faremo di guerre”, “che facciano casette qui, lo spazio c’è anche vicino agli Anelli”, ha chiarito Rosanna Sabati, “e poi giù i palazzoni”. “Ma scusate”, domanda Gabriella Paderi, “hanno fatto lo stadio provvisorio accanto a quello da demolire e non possono fare la stessa cosa per le nostre abitazioni”? E ancora: “Ma poi i traslochi chi li paga”?

La paura è che si ripeta quanto accaduto nel 1985, quando alcuni abitanti fatti allontanare per la sistemazione delle abitazioni nel rione non ci hanno messo più piede. “Tutti uniti per l’obiettivo” e “mi raccomando la diplomazia”. Ma la minaccia è chiara e forte: “Siamo pronti a occupare la Regione”.