Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tutta la fede di Nora: il Santo è ritornato sul luogo del martirio

Fonte: L'Unione Sarda
4 maggio 2017

 

 

 

Dopo due giorni di cammino, un'infinità di soste (da quelle ufficiali, previste dal pellegrinaggio ufficiale, a quelle dei pellegrini e dei devoti lungo strada), il 3 maggio è giornata che si vive tutta a Nora. Fra la chiesetta romanica dei Vittorini di Marsiglia («un vero gioiello, tutto da ammirare», l'ha definito monsignor Miglio all'omelia della Messa solenne del mattino) e la zona degli scavi romani, alla sommità di una dolce collina che si raggiunge da un'incantevole passeggiata sulla spiaggia.
IL CUORE DELLA FEDE L'antica liturgia celebrava in questo giorno l' invenzione della Croce, non tanto e non solo la crudele forma di esecuzione capitale in voga nell'impero romano, quanto la scoperta di Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, del sacro legno al quale venne appeso il Figlio di Dio. Quella croce rimasta impressa nel palmo della mano destra di Efisio al momento della sua conversione alla fede cristiana che, fino a quel giorno, perseguitava con furore.
DAVANTI AL MARE Nel piazzale della chiesetta, trasformata in navata a cielo aperto, viene allestito un altare da campo per il solenne pontificale presieduto dall'arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio. Alle 11 il Santo, fino a quel momento esposto nella sua nicchia laterale del tempio romanico, a spalle dei due confratelli collaterali, viene sistemato - dopo una breve processione - di fianco alla mensa della celebrazione, davanti alla folla dei fedeli.
IL PONTIFICALE Indossati i rossi paramenti, colore del martirio, monsignor Miglio presiede il momento centrale della festa di Sant'Efisio a Nora. «Un luogo», dice Miglio, «che non dobbiamo smettere di osservare con l'occhio ammirato del turista, per la purezza e luminosità del suo ambiente naturale e per quel gioiello architettonico che è la chiesa romanica edificata sul luogo del suo martirio». La sua omelia sarà il richiamo forte del pastore al suo gregge perché sappia recuperare la «luce del martirio di Efisio» per evitare di essere, queste le sue parole letterali «delle caricature di cristiani, di testimoni, di apostoli di Cristo». Sull'altare le reliquie del Santo, date poi a baciare alla fine della Messa dallo stesso arcivescovo di Cagliari.
IL PRANZO Piena concordia fra l'Arciconfraternita di Cagliari e quella di Pula: i due presidenti hanno partecipato alla Messa del mattino in prima fila, di fianco all'Alternos Fabrizio Marcello e al Commissario di Pula, Mario Mossa. Concelebranti con monsignor Miglio il parroco di Pula, don Marcello Loi (« Beni beniu in domu tua », aveva accolto con queste parole l'arrivo di Sant'Efisio sul ponte del paese) e il cappellano di Sant'Efisio don Francesco Farris. Poi tutti insieme al pranzo della festa.
Paolo Matta