Un bagno di folla tra Stampace e Giorgino, via Roma cuore pulsante
La pace, la salute, il lavoro: solo lui, Sant'Efisio, potrebbe rivelare in quale ordine elencare le richieste che i cagliaritani hanno rivolto al loro santo in occasione della sua grande festa, la 361ª, che è cominciata lunedì con un bagno di folla, profumi e colori e si concluderà domani con il rientro del simulacro in città dopo il lungo viaggio fino a Nora.
Non è mancato nulla, alla giornata del primo maggio: lo splendore della ramadura , i petali, il profumo della menta, i drappi alle finestre, le bancarelle lungo il percorso, il torrone, le noccioline, i ceci, i semi di zucca, i dolciumi, i palloncini gonfiati con l'elio, le tribune colme di spettatori, le transenne, la gente accalcata, i bambini a cavalluccio dei genitori, gli smartphone levati a filmare e fotografare.
A STAMPACE Il simulacro è uscito dalla sua chiesetta intorno alle12,20, alla fine dell'ultima messa del mattino, quella dell'Alter Nos, impersonato quest'anno da un emozionatissimo Fabrizio Marcello («Solo il santo può darci la speranza», ha dichiarato: «Il mio pensiero va a chi ha perso il lavoro e anche il coraggio di mettersi in gioco»). Il cocchio di gala, dentro il quale quest'anno viaggiava anche la reliquia del martire, è stato agganciato al giogo dei buoi ( S'Amigu e Pagu fidau i loro nomi) in una piazzetta gremita di devoti, gli affezionati al lato più intimo della celebrazione: quella che vive, nel cuore di Stampace, vive dei riti dell'Arciconfraternita e della Guardiania. Sul sagrato, a partire dal rosario cantato alle 6 del mattino, e nell'alternarsi dalle messe fra la chiesa e la cripta dove, secondo la tradizione, il martire fu imprigionato, va in scena l'attesa più raccolta. Qui, attorno alle 9,15, un incidente ha tenuto tutti col fiato sospeso: la caduta da cavallo del terzo guardiano, Fabrizio Pau. L'animale, agitato, ha cominciato a girare in tondo su se stesso fino a disarcionare il cavaliere: una caduta priva di conseguenze, salvo lo svenimento della madre del terzo guardiano, consorella dell'Arciconfraternita. «Niente di grave», ha minimizzato lui: «Auguro a tutti la salute».
GLI ABITI Nel frattempo, lungo il percorso che si snodava da viale Sant'Ignazio al Largo, dal Corso a piazza del Carmine a via Roma, a partire dalle 10 è andata in scena la sontuosa sfilata delle 19 traccas e dei gruppi folk con circa tremila fra ragazzi, ragazze, uomini e donne vestiti coi meravigliosi abiti tradizionali. Marciavano in preghiera (ogni paese, nell'Isola, ha la sua peculiare “Ave Maria”), guidati dai musicisti (nel pomeriggio, in piazza del Carmine, il maestro assoluto delle launeddas, il maestro Luigi Lai, è stato insignito del Toson d'oro: «Regali come questo fanno sempre piacere - ha commentato lui - soprattutto quando come me non ti aspetti niente»). C'è chi, per partecipare, si è messo in viaggio nel cuore della notte. Come Cinzia Contini del gruppo folk di Ozieri, incrociata a fine sfilata mentre, scalza, faceva riposare i piedi: «Mi sono alzata alle 3,30, siamo partiti alle 4,30 e arrivati alle 7,10». Una parte del gruppo, fra cui il suo amico Marco Cappai, era invece in città da domenica sera: «Abbiamo dormito in un albergo del centro», racconta.
NEGOZI APERTI E per alberghi e bed and breakfast del centro, Sant'Efisio si conferma un affarone: «Ci segnalano tassi di occupazione tra il 90 e il 100 per cento», fa sapere l'assessora comunale alle Attività produttive Marzia Cilloccu, raggiante per il successo del “tutto aperto”: «Non si sono detti soddisfatti solo i titolari delle attività di ristorazione ma anche quelli di altri tipi di attività commerciali».
Il corteo col santo ha poi imboccato viale La Playa per raggiungere, a Giorgino, la chiesetta di Villa Ballero, dove è arrivato alle 15,45. In marcia diverse centinaia di fedeli: più numerosi che negli ultimi anni. La devozione per il martire venuto da Antiochia è sempre più intensa.
Marco Noce