Ansa News
Un lungo tappeto di petali steso in strada davanti al palazzo del Comune. E poi il passaggio del cocchio con la statua di Sant'Efisio in mezzo a migliaia di persone che cercano di avvicinarsi al simulacro con la colonna sonora delle sirene delle navi in porto. Un rito che si ripete da 361 anni. Da quando cioè Cagliari, in balia della peste, aveva chiesto aiuto al martire guerriero decapitato a Nora nel 303 dC.
Ed era stata accontentata: una grande pioggia aveva spazzato e ripulito la città cacciando la malattia. Da allora la città ha sempre onorato la promessa, anche durante le guerre: una grande processione per ringraziare il santo. E oggi è stata la solita grande festa di colori e di tradizioni. Con un rituale iniziato con la investitura dell'alter nos, il rappresentante del Comune, quest'anno il consigliere Fabrizio Marcello. E continuato con la sfilata in costume sardo con centoventi comuni che hanno risposto presente alla chiamata del martire. Spettacolari le traccas, carri trainati dai buoi decorati nei minimi dettagli con i prodotti tipici in mostra. Il cuore della festa? Naturalmente la chiesetta di Sant'Efisio a Stampace, uno dei quattro quartieri storici della città.
In mattinata c'è stato anche un piccolo incidente con una caduta da cavallo: tutto risolto con un sorriso. Nessun danno al cavaliere che è subito risalito in sella. Da lì, dopo le 12, è partita la processione con tremila persone: in testa il cocchio con la statua del santo. Un corteo preceduto dai miliziani a cavallo e dall'alter nos che saluta la popolazione agitando il cappello in aria. Decine di migliaia le persone assiepate al di là delle transenne lungo il percorso del santo. Poi il passaggio davanti alle tribune di via Roma, ultimo atto prima dell'uscita dalla città verso i luoghi del martirio. Il santo ritornerà a Cagliari il 4 maggio con un suggestivo corteo notturno.