Da Quartu al centro di Cagliari: quaranta minuti
Gli abitanti dell'hinterland est di Cagliari sono più che raddoppiati negli ultimi trent'anni. La strada di collegamento con la città è insufficiente per smaltire 40 mila veicoli al giorno.
di PAOLO CARTA
Il cambio è in folle. Poi frizione, prima marcia, un tocco di acceleratore e di nuovo stop. Una, due, dieci, cento volte.
Comincia immancabilmente ogni giorno alle sette del mattino la fila di auto, moto, pullman e camion in viale Marconi da Is Pontis Paris, lo svincolo con Monserrato, Selargius e Quartucciu, in direzione Cagliari. È l'esercito dei pendolari che deve raggiungere la città per andare a scuola o al lavoro, immancabilmente tutti nello stesso orario. I dannati di viale Marconi.
I DANNATI In un'ora, secondo le statistiche di Ctm, Polizia municipale e Università di Cagliari, nella strada che collega l'hinterland est alla città si riversano 4 mila veicoli su due corsie capaci di smaltirne in quel lasso di tempo al massimo 2.800.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il classico effetto imbuto, che ha diverse cause. La crescita demografica dell'hinterland, innanzitutto, che negli ultimi 30 anni ha visto almeno raddoppiare gli abitanti a Monserrato, Selargius, Quartucciu e Quartu, in larga parte cagliaritani in fuga dalla città per scelta di vita o per necessità economiche; poi la presenza all'ingresso di Cagliari di una serie di semafori (via Mercalli, via Galvani, via Sarpi e via Cavaro), il classico tappo; inoltre l'esiguità della larghezza della carreggiata; infine la mancata razionalizzazione dei sensi di marcia (secondo tutti gli studi l'unica soluzione per viale Marconi è farlo diventare una strada a senso unico in direzione Quartu-Cagliari).
ORA DI PUNTA Ore 7 del mattino, comincia l'ora di punta. Chi esce di casa a Quartu ha un primo problema: raggiungere viale Marconi. La terza città della Sardegna è una delle poche realtà di 70 mila abitanti in Italia senza una vera circonvallazione cittadina. Il traffico si congestiona soprattutto in viale Colombo, la fila sino a Cagliari comincia di fatto dopo aver lasciato il parcheggio sotto casa.
I semafori nei pressi del centro commerciale Le Vele segnalano il rosso soltanto su prenotazione di eventuali pedoni e a quell'ora sono sempre verdi per i veicoli. Tutto procede bene, ma dopo il ponte nei pressi dello stagno Bellarosa minore comincia l'inferno.
PONTIS PARIS È la confluenza di Is Pontis Paris. Da quattro anni non esiste più il semaforo, autentica croce per gli automobilisti dell'hinterland per diversi decenni. Resta il fatto che, alle 7, mille veicoli arrivano da Quartucciu, altrettanti da Selargius e da Monserrato: uniti ai quartesi in transito verso la città, formano un serpentone che allunga i tempi di percorrenza. Così si impiega mediamente un quarto d'ora per arrivare da Is Pontis Paris a via Sarpi (statistica della polizia municipale di Cagliari e del Ctm, tamponamenti permettendo).
STRETTOIA È vero che non esiste più quel semaforo verso Monserrato e Selargius, ma la rotatoria a tre corsie si immette in viale Marconi che è disposto su due corsie: la strettoia crea gli ingorghi. Fiume. Rallenta il traffico. Tutti i giorni. Senza possibilità di uscita.
Si torna alla normalità dopo le dieci del mattino. Ormai tutti i quartesi, selargini e monserratini sono già a scuola o al lavoro. Basta però un piccolo incidente, tutt'altro che raro quando gravitano nella stessa zona tanti veicoli, e i tempi diventano biblici.
SELARGIUS Non aiutano i cartelli segnaletici. Arrivando da Selargius, le indicazioni mancano oppure sono sistemate malissimo (proprio sull'incrocio, non venti-trenta metri prima come logica vorrebbe).
I problemi - numero alla mano - sono inferiori nella direzione inversa, Cagliari-Quartu. Il motivo? Non tutti finiscono di studiare o di lavorare alla stessa ora a Cagliari. C'è chi rincasa per pranzo, chi nel primo pomeriggio, chi direttamente la sera.
Registrati 2 mila veicoli all'ora soltanto tra le 13,30 e le 14,30.
INCROCI A RASO Restano evidenti le trappole. Viale Marconi, secondo una felice affermazione di Italo Meloni, docente di Viabilità e trasporti nella facoltà di Ingegneria di Cagliari, è diventata negli anni una città tra due città: «Ci sono case, negozi, discoteche, centri commerciali, uffici pubblici: manca solo una chiesa». Così si creano pericoli (e intoppi alla circolazione) a cominciare in territorio di Cagliari all'altezza dell'incrocio che porta al quartiere europeo e al Cep: la possibilità di svolta a sinistra genera lunghe file. Stesso discorso all'altezza di viale Newton: una possibilità di svolta assurda tenendo in considerazione i problemi di viabilità di viale Marconi.
TERRAMAINI C'è poi un altro punto caldo: l'incrocio a raso con la strada che costeggia viale Terramaini, progettata e costruita dal Comune di Cagliari proprio per alleggerire il carico su viale Marconi , nella prospettiva di trasformarlo in senso unico. In questo punto le due corsie di viale Marconi diventano una sola nel ponte sul canale. Con conseguente ingorgo.
QUARTUCCIU Chi a questo punto sceglie di indirizzarsi verso Selargius e Quartucciu, deve fare i conti con svincoli probabilmente progettati per un traffico diverso, meno intenso. La nascita in quella zona di un centro commerciale, in funzione sino a notte fonda per la presenza di un cinema multisala, ha reso insufficiente una sola corsia di ingresso sia a Selargius sia a Quartucciu. E qui si forma un'altra fila.
Nelle ore di punta anche la zona di Quartu di viale Marconi diventa un lungo serpentone di auto praticamente ferme. A causa dei troppi semafori, sistemati nei pressi della zona commerciale a favore dei pedoni. E del semaforo che consente di svoltare in via Fermi, direzione Quartucciu. Inoltre la mancanza di una circonvallazione capace di smistare il traffico all'ingresso di Quartu obbliga tutti a percorrere la stessa strada.
Dal centro di Cagliari al centro di Quartu occorrono 40-45 minuti ed è un viatico ogni giorno per 35-40 mila vetture (nessun calo dopo l'inaugurazione della metropolitana leggera delle FdS Monserrato-Cagliari). In pullman, in mancanza di corsie preferenziali, ci vuole anche un'ora. Praticamente lo stesso tempo che si impiega per arrivare a Oristano.
26/05/2009