Piccola città
Claudio Cugusi
Che cosa porta un signore grande a lanciarsi dalla gradinata della Sud per afferrare il pallone? È successo ieri pomeriggio al Sant’Elia, nel giorno della cavalcata trionfale contro l’Inter. Solo che il signore, per fronteggiare due tre ragazzini più veloci di lui, è finito piedi in aria, rotolando di schiena. Scene collaterali e insondabili di una stagione da incorniciare. Sportivamente e non solo: ormai il tabellone luminoso sopra la Sud ha abbandonato perfino i caratteri in cirillico che aveva adottato per mesi e ora comunica così: una lettera sì e una no, tipo luci dell’albero di natale. Della scritta Cagliari sul tabellone ieri si poteva notare giusto un pezzo di “g” mentre l’Inter sul tabellone era “NerI”. Ma non c’è dubbio che fossero proprio i campioni d'Italia quelli che ieri hanno preso una smurrata seria da Cossu e compagni. Ci sono due segreti dietro questa stagione e questa vittoria: li possiamo svelare. Il primo si chiama Efisio, è un impiegato del Comune portatore, in condominio con il consigliere Aurelio Lai, di un fischio identico a quello dell’arbitro. Il trillo di Efisio arriva forte e chiaro a metà campo e con certezza disorienta gli avversari. Oltre a lesionare decine di timpani. L’altro mistero rivelato è il fattore G, dall’iniziale del nome di quel rappresentante delle istituzioni che dopo le prime sconfitte dell’avvio di campionato ha deciso di non venire più allo stadio. La sua è un assenza che si fa notare: è pregato di non farsi vedere anche il prossimo anno. *Giornalista