Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Adeu Barcelona, si torna nell'Isola

Fonte: L'Unione Sarda
25 maggio 2009


Questo pomeriggio la nave con i pellegrini sardi sarà a Oristano

Martedì mattina la conclusione del pellegrinaggio a Cagliari. Da questo pomeriggio la Madonna di Bonaria sarà a Oristano.

DAL NOSTRO INVATO
GIANCARLO GHIRRA

BARCELLONA Adeu Barcelona . Dopo tre giorni in Catalogna la statua della Madonna di Bonaria ha lasciato ieri notte alle 22 il porto più importante del Mediterraneo e oggi alle tredici approda a Oristano - Santa Giusta. Troverà un'accoglienza sicuramente più calorosa nella Sardegna dove arrivò 639 anni fa dopo un naufragio e dove ritorna dopo un viaggio alle radici voluto fortemente dai Padri Mercedari che reggono la Basilica cagliaritana. «È stata una meravigliosa esperienza - dice il sempre sorridente Padre Giovannino Tolu, origini a Elmas, Maestro generale dei settecento Mercedari sparsi nel mondo - anche se abbiamo toccato con mano le grandi differenze fra la realtà sarda e quella di Barcellona, dove il nostro Ordine nacque nel 1218».
Qui, dove Pietro Nolasco fondò l'organizzazione che si è dedicata a riscattare i cristiani schiavi in Oriente, oggi la separazione fra Stato laico e Chiesa è nettissima. Lo si capisce non soltanto dal fatto che l'antica sede del Provinciale dei Mercedari è stata trasformata in caserma della polizia. Anche la solenne processione con la quale gli ottocento pellegrini arrivati dall'Isola hanno accompagnato la Madonna nel suo ritorno a casa è stata vissuta dalle autorità locali quasi con fastidio: occupazione del suolo pubblico, costo 1500 euro.
Ma i Padri Mercedari vivono comunque con gioia il ritorno in Catalogna, la terra delle loro radici. Così i pellegrini, felici anche se stanchi dopo una traversata lunghissima e faticosi itinerari fra Ramblas, Cattedrale, Museo Picasso, Passeig de Gracia. «Ne valeva comunque la pena - dice Barbara Massazza, 34 anni e tre bambini - perché il viaggio ci ha consentito di rinsaldare i rapporti comunitari già così forti fra noi. Partecipo al percorso neocatecumenale a Bonaria, e questo pellegrinaggio è stato un nuovo passo in avanti. Anche se i bambini ci hanno spesso indotto a disertare lodi e rosari: alla lunga si stancano».
Chi non si stanca mai di pregare è Edmondo Paderi, ex dipendente della Regione devotissimo alla Madonna. Non ha perso una funzione religiosa insieme a sua moglie. E ha accettato con serenità i tanti disagi dovuti alla difficile convivenza fra i pellegrini più devoti e le funzioni nella chiesa di Santa Maria della Mercé che ha ospitato per tre giorni la statua della Madonna. Sabato è stata un matrimonio ad allungare i tempi della messa vespertina, ieri mattina le messe domenicali hanno fatto slittare una supplica presieduta da Padre Giovannino Tolu.
Gli ottocento sardi in trasferta a Barcellona hanno insomma apprezzato il viaggio alle radici di una Madonna arrivata a Bonaria proprio da questi lidi iberici. C'è stato invece scarso interesse da parte dei catalani. A bordo della nave Moby Drea che ospita il pellegrinaggio sono saliti in tre giorni poco più di quattrocento ospiti. Molti di loro hanno potuto apprezzare la bella mostra realizzata dagli studiosi della Sovrintendenza regionale archivistica guidati nella trasferta catalana da Roberto Porrà. E scoprire i dati storici (oltre a quelli leggendari) sull'arrivo in Sardegna di questa Madonna proclamata un secolo fa da Papa Pio X Patrona massima della Sardegna. Una Sardegna nella quale la venerazione per la Vergine di Bonaria è fortissima. Se ne avrà una prova questo pomeriggio alle 15, quando la statua scenderà dalla Moby Drea nel porto di Oristano - Santa Giusta accompagnata in processione dai pellegrini ma accolta sicuramente da una gran folla guidata dal vescovo Ignazio Sanna, che celebrerà la messa.
Poi il ritorno a Cagliari, dove martedì mattina si concluderà questo pellegrinaggio faticoso e originale. «Sul piano fisico alla lunga è stato un viaggio duro per chi, come me e mia moglie, deve occuparsi di tre bambini», dice Gianmarco Lecca, impiegato all'Acentro di Cagliari. «Ma comunque è stata una straordinaria esperienza», aggiunge sorridente.
Lo pensano in tanti. Non soltanto perché fra i pellegrini qualcuno non era mai stato a Barcellona e meno ancora al Santuario della Madonna di Montserrat, che in tanti hanno visitato in questi giorni. Il fascino di questa città così ricca di storia nella quale si intrecciano sacro e profano ha colpito profondamente gli ottocento sardi. «È una grande metropoli nella quale gli interessi mercantili sono evidenti - racconta la signora Maria P., cagliaritana di San Benedetto - e l'interesse religioso è sicuramente basso. Ma conoscerla è stato comunque importante, anche se non nego che il viaggio mi abbia provato fisicamente».
Chi invece non sembra mai stanco sono Barbara e Ignazio Bullitta, imprenditori di Monastir (producono salsicce), entusiasti di questo pellegrinaggio. «Siamo molto devoti alla Madonna di Bonaria - dicono insieme ai loro amici Piga - e anche molto grati di averla potuta accompagnare in questa bella esperienza di fede e di vita».
L'aria del rientro induce al sorriso un po' tutti mentre i cinquanta volontari superimpegnati in questi giorni (moltissimi i ragazzi) preparano il piazzale dove viene celebrata la messa di commiato da Barcellona prima della partenza per Oristano.
Adeu Catalunya , la Madonna rifà con ottocento sardi il viaggio verso la Sardegna, 639 anni dopo.

25/05/2009