La Madonna di Bonaria è a Barcellona con ottocento pellegrini
Il viaggio della Vergine di Bonaria fa tappa a Barcellona, cioè da dove - secondo la leggenda - partì per l'Isola.
DAL NOSTRO INVIATO
GIANCARLO GHIRRA
BARCELLONA Dopo oltre sei secoli la Madonna di Bonaria è tornata nella sua Barcellona, la terra dalla quale la leggenda vuole sia partita per il viaggio che la portò a Cagliari, complice una tempesta, nel 1370. Al di là del fatto storico, questo viaggio a ritroso per mare rappresenta simbolicamente un ritorno alle radici di una fede popolare nella quale tradizioni spagnole e sarde si intrecciano. L'arcivescovo di Barcellona, Lluis Martinez Sistach, e l'arcivescovo di Cagliari Giuseppe Mani sottolineano il legame delle due comunità, rafforzato dalla presenza dei Padri Mercedari, nati in Catalogna ma presto arrivati nell'Isola, prima ancora del naufragio che portò la Madonna a Bonaria. E ora la statua della Vergine è ospite della Basilica de la Mercè, nel Barrio Gotico, così cara all'Ordine dei Mercedari che custodisce il santuario cagliaritano.
Dopo una traversata di 24 ore, la giornata si apre in un clima di festa popolare. Sono le 9,32 quando la statua lascia la Moby Drea e tocca il suolo della Catalogna. Portata in spalla dai fedeli, scortata da ottocento pellegrini, accompagnata da arcivescovi e Padri Mercedari lungo il Passeig Colon, passa per Placa Antonio Lopez, fino alla chiesa di Santa Maria del Mar, splendida basilica gotica nel cuore del quartiere della Ribera, due passi dal museo Picasso. In corteo, col sindaco di Cagliari Floris e il presidente della Provincia Milia, anche i sindaci di Santa Giusta Salvatore Figus, di Portoscuso Adriano Puddu e di Masainas Ivo Melis. C'è una straordinaria curiosità fra i turisti che affollano le vie intorno al porto e al Barrio Gotico. Non sentono quanto avviene all'interno della Moby Drea, dove il suono dell'organetto di Giampaolo Piredda dà il segnale dell'inizio. Antonio Esposito, organizzatore della trasferta, sistema il corteo, aperto dai costumi di Selegas. Sotto la regia di Vitalia Casu si schierano donne, bambini, ragazzi. Ed ecco i costumi di Quartu, Masainas, Oristano, Gergei, Senorbì. Originali, soprattutto per l'età delle donne che li portano, sono quelli di Meana Sardo, indossati da Caterina Marras e Anna Maria Uras, sorridente ottantenne.
Nel corteo che canta Di Bonaria celeste regina c'è grande compostezza. Catalani e turisti sono attratti dai costumi. «Da dove venite, che storia ha questa Madonna?». E intanto il corteo arriva a quota mille, grazie anche all'arrivo di un gruppo di immigrati. Li guida Lucia Scanu Simoni, cuoca di Carbonia, presidente di un'associazione intitolata a San Salvatore da Horta. «Qui a Barcellona siamo sui trecento - racconta con l'avvocato Rafael Melis Pilloni - e in Catalogna seimila. L'arrivo della Madonna rappresenta una straordinaria occasione per riallacciare i contatti». Lo aveva detto in viaggio anche Emilio Floris: «La Madonna ci porta a un ricongiungimento spirituale con la terra dalla quale partì ma è importante anche saldare i rapporti fra due città del Mediterraneo così rilevanti».
Oggi però al centro della scena non ci sono legami commerciali e culturali. Fra incensi e canti, Barcellona celebra con un solenne pontificale l'arrivo della statua dalla basilica cagliaritana. Ventidue i sacerdoti concelebranti, guidati dal cardinale Martinez Sistach, da monsignor Mani e dal vescovo ausiliario Mosè Marcias insieme al rettore di Bonaria Padre Salvatore Mura, al Generale dell'Ordine dei Mercedari Giovannino Tolu.
Salgono verso le volte a sesto acuto i canti di Alleluja, l'Ave Maria in catalano, i suoni arcani delle launeddas che all'offertorio accompagnano le ragazze in costume mentre depongono sull'altare pane, vino, olio, dolci, fiori, frutta e libri sardi. «I legami fra Sardegna e Spagna sono tanti - esordisce Mani - ma dal 1370 la Madonna li ha resi fortissimi. Prima ancora della statua della Vergine era arrivato a Barcellona dalla Sardegna il nobile Carlo Catalano, che qui divenne mercedario, e, tornato a Cagliari, fondò il Santuario. Per noi significa tornare alle origini».
Sul tema è tornato l'arcivescovo di Barcellona, amico di Mani dagli anni degli studi teologici a Roma. «Oggi siamo qui per celebrare la Madonna nel centenario della sua proclamazione a patrona della Sardegna», ha detto il cardinale (che ha ricevuto dal rettore del Santuario un arazzo con l'immagine della Madonna). E partendo dal miracolo di Cana ha messo in evidenza il ruolo di Maria quale figura che intercede fra uomini e Dio. «La Madonna, come la Chiesa, è solidale con chi ha bisogno. Noi ci dobbiamo battere per gli anziani, i deboli, i poveri. Ma nessuno deve dividere fede e vita, occorre che i cristiani si comportino in modo coerente». Nella Spagna di Zapatero non mancano le tensioni sui temi caldi dei diritti civili. Ma oggi è festa. I pellegrini sciamano per le ramblas, per qualche ora di libertà. In attesa delle lodi di stamane.
23/05/2009