Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La battaglia dei tavolini

Fonte: L'Unione Sarda
3 aprile 2017

La Regione: da noi suggerimenti. Il Comune: situazione cambiata

 

I gestori preoccupati: «Sarebbe la fine dei locali»

 

La legge Cenerentola (così è stata definita la disposizione che impone il ritiro dei tavolini a mezzanotte) ha avuto l'effetto di una bomba. E, dopo lo scontro istituzionale neanche tanto sotterraneo tra Regione e Comune, le parti ora sono alla ricerca di una soluzione: il sindaco Massimo Zedda chiederà un incontro al presidente della Regione Francesco Pigliaru mentre martedì in viale Trento saranno ricevuti i rappresentanti dei commercianti.
LA VICENDA Un comunicato dell'assessorato all'Ambiente, diffuso venerdì, ricostruisce la vicenda. Il verbale del tavolo tecnico «inviato al Comune», si legge, «contiene suggerimenti per rientrare nella norma e non certamente perentorie prescrizioni». Le misure per rispetto dei limiti acustici, prosegue il comunicato, rientrano «totalmente nell'ambito della sfera di competenza dell'amministrazione comunale». Perché, allora, Zedda ha sollevato la voce? Senza addentrarsi troppo nei meandri di norme complesse, dopo l'intervento della prefettura e gli esiti del tavolo tecnico sul tema, la Regione, prendendo atto della mancanza del piano di risanamento acustico, ha imposto i limiti stabiliti dalla legge generale.
IL PIANO E lo scontro sta proprio qui: il Comune non solo chiedeva nuove misurazioni da parte dell'Arpas (l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) perché il tavolo tecnico ha usato quelle del 2014, nonostante ci siano stati cambiamenti (e l'Arpas si è detta disposta a effettuare nuove rilevazioni). Ma, soprattutto, il Comune è infastidito dal fatto che sia arrivato quel verbale nonostante la rassicurazione che il piano di risanamento acustico sarà pronto per il mese prossimo. «Ho appreso con favore che il piano è a buon punto», dice nello stesso comunicato della Regione l'assessora regionale all'Ambiente Donatella Spano. Ma già nello scorso giugno è stato approvato il “piano di classificazione acustica” che ha diviso la città secondo sei diverse ripartizioni. E Stampace e Marina fanno parte non delle zone residenziali ma miste. Il fastidio del Comune sta tutto qui: perché inviare quel verbale, sapendo che il piano di risanamento acustico sta per diventare operativo? E la lettera, morbida nelle forme ma durissima nei contenuti, inviata mercoledì da Zedda a Spano per chiedere la riapertura del tavolo tecnico, dice proprio questo.
LE REAZIONI Ma, in tutto il centro storico, gli operatori sono preoccupati. «È un suicidio», taglia corto Danilo Argiolas del Libarium, «vengono tagliate le gambe a uno dei pochi settori in crescita». Gli fa eco Richard Mura dell'Antico caffè. «Tanti turisti escono tardi: perderemo due ore di lavoro importantissime». In piazza Costituzione si affaccia anche un nuovo locale, il Wef. «Vengo da un altro settore», dice Fabio Puliga, «e ho scelto di aprire questo bar gourmet per passione, confidando nel sostegno delle amministrazioni. Queste scelte, invece, ci penalizzano». A Villanova non esistono comitati ma è preoccupato anche Andrea Setzu del bar Florio. «Blow up, la più importante rivista musicale italiana, ha deciso di inaugurare una nuova rubrica, Grand tour, un itinerario delle città, partendo proprio da Cagliari. Viene definito un luogo frizzante. Queste misure vanno in senso opposto».
LE POLEMICHE Nell'occhio del ciclone bar e ristoranti di Marina e Stampace. «A creare problemi», sostiene Fabio Mirigliani che gestisce quattro locali (Violà, Vidà, Casteddu e Terr'e mari), «non sono i bar e i ristoranti ma chi si porta da casa le bottiglie. Chiudere a mezzanotte ci taglierebbe le gambe. E si perderebbero tanti posti di lavoro». Duro Nicola Mameli di Buffhouse. «I tavolini non li togliamo neanche con le ruspe». Gli aspetti da considerare sono tanti. «Ma i residenti», interviene Simone Deiana, anima del Donegal e del Laif, «ricordano che cosa era piazza Yenne o la Marina prima dei locali?». Nel Corso Giuseppe Atzeri gestisce il ristorante Niu. «Nonostante l'american bar non sia la nostra attività primaria, risentiremo anche noi di questa misura». E Daniela Ammirati del cofee shop di via Barcellona Rafè conclude: «Sono anche una residente della Marina. E, a parte pochi contestatori, quasi tutti sono convinti che, con i locali, il quartiere sia migliorato».
Marcello Cocco