Rassegna Stampa

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Movida Marina e Stampace, la soluzione è nel Piano acustico approvato dal Comune

Fonte: web cagliaripad.it
3 aprile 2017

 

 


Emanuele Concas

 

“Sul tema dell’inquinamento acustico riemergono in queste ore l’incompetenza, l’ignoranza e la superficialità con cui la materia è stata affrontata”. Lo afferma Enrico Marras, presidente del Comitato dei Quartieri di Cagliari “rumore no Grazie”, in merito a quanto emerge in queste ore dopo la lettera della Regione sarda che inviata il Comune,  per il quale il Comitato aveva chiesto il Commissariamento, “ad individuare soluzioni idonee”.

La Regione. L’Assessorato regionale dell’Ambiente con una nota spiega: “L’adozione delle misure idonee all’ottenimento degli obiettivi – il rispetto dei limiti acustici – rientra totalmente nell’ambito della sfera di competenza dell’Amministrazione comunale, che è libera di individuare le azioni che ritiene maggiormente idonee e anche diverse da quelle individuate dal Tavolo Tecnico, purché gli interventi messi in atto siano altrettanto idonei all’ottenimento del rientro nei parametri”.

Esasperati dai rumori notturni, “impossibilitati a riposare, immobili e case invendibili” sono alla base dell’iniziativa del “Comitato” perché “vi è la mancata adozione da parte del Comune dei Piani di Risanamento Acustico di Bonaria, Cep, Genneruxi, Is Mirrionis, Pirri, Quartiere Europeo, Santa Gilla. Quartieri che versano in grave stato di criticità acustica come documentano i rilevamenti fonometrici in fascia oraria notturna del dicembre del 2015, contenuti in specifica Carta tematica costitutiva del nuovo Piano Acustico Comunale entrato in vigore nel mese di maggio 2016”.

La Legge. La Legge quadro sull’inquinamento acustico, la 447/1995, tutela la salute e la vita delle persone e l’integrità dell’ambiente e si applica sostanzialmente attraverso il Piano Acustico Comunale che fissa i livelli di rumore massimo ammesso sia di giorno che di notte. Il livello di rumore che non si può superare in fascia oraria notturna (22,00-0,6), quella del riposo e del sonno, “è, a Cagliari, di 45 decibel in emissione in alcuni quartieri –spiega Marras -, in altri di 50 decibel. In dottrina e in giurisprudenza il superamento di questi livelli è considerato reato”.

I rilevamenti fonometrici condotti in Marina e Stampace per tre anni da un fonometrista abilitato hanno dimostrato “un livello di inquinamento notturno talmente grave, anche oltre i 70 decibel, da essere vietato persino nelle aree industriali di giorno. Livello confermato dai rilevamenti, per ben tre mila ore, eseguiti dall’Arpas su richiesta del Prefetto di Cagliari. Non solo – prosegue Marras -, avendo la Regione accertato livelli di rumore superiori anche al livello di attenzione  ha richiamato il Comune all’obbligo di legge di provvedere all’adozione dei Piani di Risanamento Acustico perché in atto una situazione di pericolo grave per la salute umana e per l’ambiente e perché “il rumore uccide ed è causa di malattie gravi e invalidanti” come ammonisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità”.

Marras e il Comitato sostengono che “l’inerzia irresponsabile del Comune ha spinto la Regione ad avviare le procedure di Commissariamento del Comune per inadempienza ad obblighi imposti da norme sanitarie. Che Cagliari sia una città drammaticamente inquinata, lo dimostra il Piano Acustico Comunale dal quale si evince che ci sono almeno altri sette quartieri in criticità acustica e per i quali occorre provvedere alla redazione dei Piani di risanamento ma la Giunta comunale nulla ha fatto. Non ha nemmeno informato i residenti del pericolo grave a cui sono esposti”. I sette quartieri da risanare sono, secondo quanto afferma il Comitato, Is Mirrionis, Santa Gilla- Sant’Avendrace,  CEP, Quartiere Europeo, Genneruxi, Bonaria, Pirri.

“Non avendo il Comune provveduto al risanamento” il Comitato ‘Rumore no Grazie’ ne chiesto alla Regione il commissariamento: “Richiesta che è all’esame. Responsabile assoluto del disastro ambientale  è il Comune di Cagliari che non ha mai applicato il Piano Acustico, venendo così meno agli obblighi di legge e calpestando la volontà del Consiglio comunale. La situazione è talmente grave che la Regione in una lettera di pochi giorni fa al Sindaco ha scritto, con riferimento a Marina e Stampace, di “emergenza sanitaria”, di “prioritaria esigenza di tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente”,  di “incompatibilità  tra i valori limite di legge in esame e il rumore prodotto dagli avventori dei locali seduti nei tavoli sullo spazio aperto in concessione”. Riaffermando che “l’interesse prioritario è la salvaguardia della salute dei cittadini, esasperati da anni di notti insonni” e ricordando  al Comune  l’obbligo di ridurre “nel più breve tempo possibile le emissioni sonore al fine di rispettare valori limite previsti dalla legge per la tutela della salute “. Più chiaro di così si muore”.

Per il Comitato dunque “è giunto il momento di dire in modo chiaro che l’attività di mescita e ristorazione all’aperto costituisce una chiara e inequivocabile violazione sia della normativa sanitaria di merito sia del Piano Acustico che il Sindaco ha voluto e votato. L’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ndr)  ha dimostrato che anche solo quattro persone sedute a un tavolo superano il livello di rumore massimo ammesso in fascia oraria notturna. In verità lo aveva già stabilito il Tar che nel gennaio del 2015 – spiega Marras -aveva condannato il Comune di Cagliari nella persona del Sindaco Massimo Zedda per disastro ambientale da rumore. Ma a quella sentenza non è seguito nessun serio provvedimento per cui la città è rimasta dolorosamente avviluppata in un opprimente inquinamento acustico che ha costretto tanti residenti all’abbandono della città. Non manca chi ha fatto causa al Comune e chiede i danni. Occorre cambiare strada e porre la salute e la vita delle persone al di sopra di tutto e di tutti”.

“Con una simile scelta si salvaguarda il Centro storico, sempre più irriconoscibile, dal degrado in atto: trasformato oramai in osceno “mangificio”, per usare un termine del Sindaco di Firenze Nardella che –prosegue il Comitato ‘Rumore no Grazie’ -, di fronte al degrado in cui è precipitata anche la sua città, ha vietato l’apertura anche di un solo altro pubblico esercizio per i prossimi tre anni”.

 

Gli Orari. “Appare chiaro che il tema degli orari, così come viene affrontato, è del tutto deviante. La Legge contro l’inquinamento acustico – spiega Marras - è chiara come la luce del sole e indica nelle ore 22,00 e non a in altre ore la discriminante che impone un abbassamento drastico del livello di rumore massimo ammesso. Tutti i rilevamenti fonometrici dimostrano che quel livello è stato sempre superato dopo le ore 22,00, nessun giorno escluso, con grande sofferenza dei residenti a partire dai bambini, dai malati, dagli anziani, dai lavoratori turnisti. Regione e Comune devono farsi garanti del rispetto delle leggi sanitarie e della Costituzione, violata come risulta scritto anche nella sentenza del TAR. Anche per evitare che ai processi in corso contro il Comune se ne aggiungano altri. Il nocciolo del problema non sono gli orari ma i livelli di rumore che non si possono superare mai e che vanno  accertati in via preliminare con la Valutazione Previsionale d’Impatto Acustico Ambientale come si fa in centinaia di Comuni dove gli amministratori studiano il problema e hanno un minimo di presentabilità”.