Cyberbullismo: un corso per difendere i propri figli nell’era digitale dei social e degli smartphone
Internet, smartphone, social media, sono un mondo pieno di opportunità ma anche di pericoli, in particolare per i più giovani, specie se minori. Se fino a una ventina di anni fa, le vittime di bullismo potevano contare sul riparo della famiglia e della casa, l’esposizione mediatica di oggi invade anche quegli spazi un tempo considerati “sicuri”. Il ragazzino che subiva delle angherie a scuola, poteva trovare conforto fra le mura domestiche, nella propria cameretta, fra le braccia della sua famiglia. Ora vessazioni, insulti e derisioni entrano dentro casa dalla finestra del pc, attraverso i profili social delle vittime e del branco, con una platea sempre più grande.
Ecco che allora il dottor Luca Pisano, psicoterapeuta e direttore dell’IFOS (Istituto di Formazione Sardo) ha pensato di andare incontro alla necessità per genitori, insegnanti e studenti di difendersi da questa nuova forma di persecuzione: il cyberbullismo. «Essere genitori oggi è molto più difficile di vent’anni fa – spiega Pisano – Il mondo degli adulti si confronta per la prima volta con una realtà digitale che conosce poco, ed è necessario collaborare con gli insegnanti e i loro stessi figli per limitare gli episodi di cyberbullismo». Nasce così una nuova figura, quella del genitore digitale, grazie ad una rete formata dagli attori stessi interessati al fenomeno. In tutta la Sardegna le “sentinelle digitali” sono 250, che con la collaborazione dei ragazzi e dei docenti, cercano di intercettare video e commenti sui profili Facebook o negli smartphone dei figli: «Non si tratta però di “spiare” gli account dei figli – puntualizza lo psicoterapeuta – ma di fare un accordo con loro. Soprattutto se minorenni, il cellulare deve essere a disposizione dei genitori per un controllo, così come il loro profilo sui social, e il ragazzo ne deve essere consapevole, perché le responsabilità dei suoi comportamenti sono innanzitutto dei suoi genitori». La partecipazione dei ragazzi nel ruolo di sentinelle digitali, ovviamente, è totalmente anonima. I ragazzi non si conoscono tra loro per evitare che possano essere indicati come dei delatori.
Per diventare una sentinella digitale è sufficiente rivolgersi all’IFOS, che fornirà istruzioni e strumenti per difendere l’identità virtuale dei minori. Le sentinelle digitali permettono di bloccare il diffondersi dei video degli atti di bullismo come quelli dai contenuti sessuali espliciti. Gli episodi raccontati dal mondo dell’informazione, come quello accaduto qualche giorno fa nella scuola Colombo di Cagliari o la diffusione via smartphone del video che ritraeva una ragazzina dell’hinterland del capoluogo in atteggiamenti sessualmente espliciti, sono soltanto la punta dell’iceberg, e avere i mezzi per contrastare il fenomeno diventa indispensabile. E’ per questo che IFOS e il dottor Pisano, sono impegnati da tempo in una campagna di sensibilizzazione, il cui prossimo appuntamento è per il 3 e 10 maggio all’Istituto Comprensivo Santa Caterina di via Piceno a Cagliari, quando si terrà un corso di formazione per genitori digitali, con particolare attenzione al fenomeno del sexting, la condivisione di immagini private (o testi) a sfondo sessuale attraverso smartphone o sui social. Il corso, totalmente gratuito, è aperto ai primi duecento iscritti (ma sono già arrivate 150 adesioni) e le iscrizioni scadranno il prossimo 20 aprile. Il progetto a più lunga scadenza riguarda invece il coinvolgimento del mondo scolastico: «Grazie anche alla collaborazione dell’Ufficio Regionale Scolastico e dell’Istituto Duca degli Abruzzi di Elmas, porteremo il nostro progetto in venti scuole di tutta l’Isola. Speriamo che le amministrazioni comunali, finora poco sensibili al problema in particolare nel sud Sardegna, ci diano una mano a diffondere il messaggio» conclude Pisano.