GIOVEDÌ, 21 MAGGIO 2009
Pagina 13 - Attualità
Brunetta: «Meno code e attese negli uffici pubblici con la Pec gratis»
ASCOLI PICENO. «Dal prossimo mese di settembre verrà fornita a tutti i cittadini che ne faranno richiesta la Pec, Posta elettronica certificata, gratuita e senza spese». Lo ha detto il ministro Renato Brunetta, ad Ascoli a un incontro elettorale della Pdl. «Con la Pec - ha deto - tutti i cittadini potranno inviare agli uffici pubblici e anche ricevere la loro raccomandata elettronica per fare qualsiasi tipo di richiesta o di prenotazione, in tempi rapidissimi e senza ritardi».
Secondo il ministro della Pubblica amministrazione «ciò diminuirà notevolmente le code e le file agli sportelli, il consumo di carta e le attese che spesso si verificano, semplificando molto le procedure e dando un servizio efficiente agli italiani». Per il ministro, con il nuovo strumento diretto i cittadini «avranno finalmente voce e potranno richiedere qualsiasi documento o avere prenotazioni nei tempi previsti dalla legge, e quindi ottenere risposte rapide e sicure. Nel caso questo non avvenga, si potrà fare ricorso con un azione collettiva ai tribunali amministrativi».
Brunetta ha poi ricordato alla platea di aver «con piccole innovazioni ridotto l’assenteismo nella pubblica amministrazione del 40%. Nemmeno padre Pio ci sarebbe riuscito... Io ho tanto successo perché ho scoperto l’acqua calda», ha detto ancora, riferendosi alle misure per rendere più efficiente la pubblicazione amministrazione. Ieri Brunetta ha anche ventilato l’abolizione del valore legale del titolo di studio. «Tanto più viene meno il valore legale dei titoli di studio tanto più aumenta il valore dei contenuti degli stessi curricula», ha detto. Brunetta ha anche ribadito che «tra qualche tempo nelle università ci saranno i curricula dei professori online e le performance dei ricercatori con il relativo ranking» (posizione nella graduatoria).
Immediata la replica dell’Unione degli Universitari, che ritiene «inaccettabile» l’intenzione del ministro di abolire il valore legale del titolo di studi. «In questo modo - afferma in una nota - non si tutelerebbe più il riconoscimento del percorso formativo e si incentiverebbero invece meccanismi clientelari».