Il Comune sta cercando spazi liberi Dove ospitare i mercatini. Idee e progetti per Su Siccu
«Troppi gli ambulanti abusivi» Le proposte della Confesercenti per regolarizzare il mercato
Millecinquecento in città, più del doppio nella ex provincia di Cagliari: sono i regolari, gli ambulanti con in tasca l'iscrizione alla Camera di commercio. Un esercito di rivenditori più o meno nomadi, titolari di azienda, che devono fare i conti con una moltitudine di abusivi. Anche questi un esercito ma non si conosce il numero.
LE CIFRE «Sono tanti, questo è certo», spiegano alla Confesercenti, l'associazione che da sempre presta massima attenzione al commercio ambulante. «È proprio su Cagliari che si concentra l'abusivismo, eppure basterebbe poco per affrontarlo e risolverlo con la stabilizzazione», commenta il presidente provinciale degli ambulanti dell'Anva-Confesercenti, Marco Medda. «Le soluzioni ci sono: si potrebbero rilasciare autorizzazioni per gli hobbisti che guadagnano un massimo di settemila euro l'anno e per le microimprese se il fatturato si aggira sui ventimila. Negli ultimi sei mesi come associazione ne abbiano stabilizzato una ventina».
LA SCELTA Sono commercianti che si sono lasciati dietro illegalità e rischio di multe salate per accedere a una condizione di sicurezza ma anche dignità. «Un progetto che purtroppo molte amministrazioni comunali, compresa quella cagliaritana, non capiscono, e non affrontano la questione», avverte il vicepresidente di Confesercenti, Roberto Bolognese.
IL COMUNE All'assessora alle Attività produttive Marzia Cilloccu non piace passare per un'amministratrice disattenta. «Sul problema dell'ambulantato stiamo ragionando da tempo, soprattutto per trovare spazi liberi dove ospitare i mercatini. Molte ipotesi sono purtroppo saltate perché non è il Comune il proprietario delle aree. Un esempio su tutti: la zona di viale la Plaia. Mi sembra però ottima l'idea di Confesercenti di sfruttare oltre la stagione dei ricci lo spazio di Su Siccu».
I CASI Viale Trento, piazza San Michele, via Is Mirrionis, Sant'Elia; e poi gli ingressi della città aperti sulla 130, la Statale 131, la Sulcitana; e ancora tante strade in diversi quartieri: per gli abusivi non c'è che l'imbarazzo della scelta. Ogni angolo, purché frequentato, può essere sfruttato per sistemare le bancarelle. Domina l'agroalimentare, in testa la frutta e verdura fresca e di giornata. Praticamente il chilometro zero non autorizzato.
I CONTROLLI Capita che di tanto in tanto si faccia strada il diktat della tolleranza zero. E allora sono guai: multe super salate e merce confiscata. Ma avviene raramente. Perché il problema del commercio abusivo (esaminato e discusso in diversi incontri in prefettura con le organizzazioni di categoria) non può essere affrontato e risolto con la sola mannaia della repressione.
«È esattamente così», spiega Roberto Bolognese, «già l'ambulantato regolare è un settore trascurato dalle pubbliche amministrazioni, figuriamoci quello irregolare. Nel Piano aree non sono stati previsti interventi per questo tipo di commercio, le piazze non sono state pensate per gli ambulanti, sempre visti come sporchi e invadenti. Così, chi è in regola va altrove e in città fioriscono soprattutto gli abusivi ai quali - lo stiamo dicendo da tempo - va prestata molta attenzione con politiche mirate».
Confesercenti, insomma, il piano strategico l'ha pensato e ripensato.
LA FUNZIONE «Le piazze non perdono la loro funzione ma, anzi, la acquistano con le bancarelle. Non stiamo parlando di improvvisazione ma di programmazione, di regole certe. Accade in tante parti d'Italia, in Emilia-Romagna come e soprattutto nelle città del settentrione. Si sviluppa il commercio, si creano posti lavoro, si favoriscono i rioni e si crea socializzazione», spiega Marco Medda. «Per Cagliari i millecinquecento ambulanti regolari sono fantasmi. Perché non pensare alle piazze modulari in grado di ospitare l'ambulantato, soprattutto quello con forte caratterizzazione? Penso per esempio all'area per la vendita dei ricci a Su Siccu. A fine stagione perché non immaginare l'alternativa con la commercializzazione di altri prodotti? Noi, come Confesercenti, ci proponiamo per prendere in gestione questi spazi».
Andrea Piras