CASTELLO.
Le Giornate di Primavera portano alle sale inaccessibili del Palazzo Viceregio
Il Fai apre le stanze segrete Migliaia di persone in fila. E oggi si replica dalle 10 alle 19
C'era una volta il “palazzo del Re”. Inaccessibile. Impenetrabile. Difeso da invisibili ponti levatoi, inviolabile a borghesi e popolani. Nelle sue stanze il racconto di gesta di sovrani e aristocratici dai nomi altisonanti, avvolte in una cortina di leggenda.
Salotti e stanze da letto del Palazzo Viceregio non hanno più segreti per i cagliaritani grazie all'iniziativa del Fai (Fondo Ambiente Italiano) in occasione della 25esima edizione delle “Giornate di Primavera”.
Già dalle prime ore del pomeriggio, incoraggiati - dopo una mattinata nuvolosa e qualche goccia di pioggia - da un sole decisamente primaverile, migliaia di cagliaritani si sono messi in fila, addossati a quelle storiche mura, per visitare la dimora di Carlo Felice e di Maria Cristina di Savoia.
STUDENTI CICERONI Ad accoglierli un vero e proprio battaglione di ciceroni formato da studenti delle superiori cittadine (dal Pitagora al Pacinotti) supportati da un esercito di volontari incaricati di presidiare tutti gli accessi e le segrete stanze del palazzo coronato di Castello.
Il primo gruppo di visitatori è stato accolto dalla Prefetta di Cagliari, Giuliana Perrotta, letteralmente conquistata dalla risposta all'iniziativa del Fai («Ma perché non ci siamo incontrate prima?», ha chiesto alla presidentessa regionale Maria Antonietta Mongiu) ma soprattutto dalla presenza di tanti giovanissimi e famiglie al seguito.
POESIA E ARTE «Non si tratta di una visita per soddisfare una semplice curiosità», dice la professoressa Mongiu, «ma l'opportunità, grazie al valore aggiunto delle collezioni in mostra, delle letture e della musica che accompagnano la visita, di un vero e proprio viaggio nella memoria di una Cagliari che si conosce ancora in forma approssimativa e viziata da troppi pregiudizi, storici e culturali».
ARGENTI Nello studio verde , sotto i ritratti di Carlo Alberto e Carlo Felice, l'attrice Lia Careddu declama una delle poesie di Teresa Mundula Crespellani, quella dedicata alla processione di sant'Efisio e alla gita fuori porta dei cagliaritani a Giorgino. Dietro di lei le quattro teste opere di Maria Crespellani (presente all'inaugurazione) e, in una credenza a specchi, una parte della collezione di argenti di Beppe Deplano, noto ristoratore cittadino ma soprattutto finissimo collezionista di pezzi d'antiquariato.
REGINELLA SANTA Nelle stanze adiacenti, dopo l'ambiente in cui è stato ricostruito lo studio di Carlo Felice, gli altri due pezzi forti della visita: il salotto di Maria Cristina di Savoia, beatificata nel gennaio del 2014 e venerata come la Reginella santa , con un'esposizione di abiti di metà '800 dell'artigianato tessile sardo, ma soprattutto la stanza in cui, secondo la tradizione, sarebbe nata la giovane sovrana, morta all'età di 24 anni dopo aver dato alla luce il suo unico figlio Francesco, futuro ultimo re delle Due Sicilie.
BRONZETTI Nella stanza, vero pezzo da novanta, fanno bella mostra tre bronzetti nuragici appartenuti a Carlo Felice e, sullo sfondo, in una nicchia, la riproduzione fedele di un miliziano con l'inconfondibile giubba rosso-arancio.
«Una Cagliari tutta da scoprire», dice la presidentessa Fai Maria Antonietta Mongiu, «dal Marghinotti agli argentieri Atzori e Cirronis, da Annalisa Diaz, capofila delle donne che hanno fatto grande questa città, alle bambine della scuola elementare Santa Caterina all'interno di questo straordinario contenitore che meglio di qualunque altro poteva suggellare il 25esimo di fondazione del Fondo per l'Ambiente».
Oggi si replica dalle 10 alle 19 e, viste le premesse, sarà un altro bagno di folla, un altro pacifico assedio al Castello da conquistare con le armi della cultura e della bellezza.
Paolo Matta