C'è chi la dà per certa, ma Porceddu frena: «Non c'è alcuna responsabilità oggettiva»
Sulla società rossoblù ora pende il rischio di una multa
Non è da scartare l'ipotesi più insidiosa. E cioè che la società Cagliari Calcio rischi una multa salata, visto il precedente che pende sui suoi ultras: la curva nord è stata chiusa a gennaio per due giornate del campionato di Serie A in corso a causa del ferimento, con un petardo lanciato da uno spettatore, di un addetto alla sicurezza del Sant'Elia.
PARERI CONTRASTANTI A confermarlo è una fonte di giustizia federale, che apre un altro fronte rispetto a quello tracciato da Carlo Porceddu. Secondo l'avvocato cagliaritano, che a lungo ha frequentato la Corte d'Appello federale (Caf), la responsabilità oggettiva del club di via Mameli sarebbe invece «un'ipotesi molto molto remota».
LA SITUAZIONE Il motivo è presto svelato: «Nell'episodio in questione la società non mi pare possa essere tirata in ballo. È vero che il Cagliari ha giocato una partita amichevole a Sorso, ma l'episodio è avvenuto a Sassari». In sostanza: «Quali responsabilità può avere il Cagliari se duecento persone non proprio a posto, alla luce di quel di cui poi si sono rese responsabili, hanno deciso di noleggiare tre autobus, di recarsi nell'altro capo della Sardegna e di scagliarsi contro i sostenitori della squadra di Sassari nel centro della città?».
POSSIBILI CONSEGUENZE Per Porceddu, oggi dirigente benemerito, ma che in oltre quarant'anni è stato prima all'ufficio indagini del calcio, alla Procura federale, infine alla Corte d'Appello federale come vicepresidente, «diverso il discorso sarebbe stato se l'episodio fosse avvenuto durante un ipotetico incontro ufficiale tra Cagliari e Torres nelle pertinenze del Sant'Elia. La società rossoblù sarebbe stata multata in relazione all'entità degli incidenti e, come pena massima, avrebbe dovuto patire la squalifica dello stadio. Ma ripeto, sabato gli scontri sono avvenuti a Sassari, dove non era in programma alcun evento sportivo con la partecipazione della squadra rossoblù». Semmai, le eventuali responsabilità potrebbero essere ricercate altrove: «A prescindere dalle iniziative che saranno adottate a seguito degli incidenti, dovrà semmai essere chiarito come mai duecento persone abbiano potuto rendersi responsabili di un gesto così eclatante di guerriglia urbana senza che gli organi deputati alla sicurezza fossero al corrente dei loro spostamenti e delle loro intenzioni. Ma anche su questo», conclude Porceddu, «chi di dovere dovrà impegnarsi nelle opportune valutazioni».
Lorenzo Piras