Scontri tra tifosi a Sassari, la politica si indigna. Zedda e Sanna: "Sono delinquenti"
La guerriglia nell'area della stazione prima di Sorso-Cagliari, con centinaia di ultras armati di spranghe e bastoni, scuote le istituzioni. I sindaci contro "veri delinquenti", il caso arriva il Parlamento.
CAGLIARI - Sono durissime le prese di posizione del mondo politico all'indomani della guerriglia urbana che ha investito Sassari. Protagonisti, oltre 200 tifosi rossoblù, che hanno trasformato l'area della stazione dei treni e le vie limitrofe in un campo di battglia, arrivando allo scontro fisico con gli ultras della Torres. A subire danni anche un'automobile della polizia locale di Sassari. Durante lo spostamento di un gruppo di teppisti dalla stazione in direzione di via Saffi, è stato ridotto in frantumi il parabrezza dell'auto ferma in prossimità di Porta Sant'Antonio.
"Non è tollerabile", dice il sindaco turritano, Nicola Sanna, "che vandali possano distruggere cose e arrecare danno a persone. Il prefetto e il questore mi hanno costantemente tenuto aggiornato e sono convinto che, grazie al lavoro delle forze di polizia, sarà possibile individuare i responsabili di questi gesti inaccettabili e addebitare loro i danni materiali e anche di immagine arrecati alla nostra città". Il suo collega cagliaritano, Massimo Zedda, non è da meno: "Esprimo il mio dispiacere per l'azione posta in essere da quanti hanno dimostrato di essere veri delinquenti e non certo tifosi della squadra del Cagliari".
A livello regionale, interviente il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau: "Appare incredibile che sia stato consentito a circa duecento tifosi del Cagliari di attraversare l'isola su mezzi pubblici armati di bastoni, spranghe, bombe carta e fumogeni e di consentire a questi di agire indisturbati, aggredendo cittadini inermi e realizzando gravissimi atti vandalici. È opportuno che venga fatta subito chiarezza sull'accaduto". Il senatore Pd, Silvio Lai, annuncia "un'interrogazione parlamentare urgente, destinatario il ministro dell'Interno, Domenico Minniti: "Atti simili non hanno niente a che fare con il calcio, bisogna chiarire se sia stato fatto tutto per prevenire le violenze".