PIAZZA SAN MICHELE.
Frutta e verdura ma anche abiti e oggetti usati nelle bancarelle I poveri che vendono ai poveri Clienti anziani e immigrati al mercatino della sopravvivenza
« Cosaaa? ». « Un decanter, ce l'ha un decanter, quello per il vino? ».
Piazza San Michele, le undici del mattino. È tempo di mercato. L'anziana donna ha in mano un mazzetto di buste bianche da lettera e vorrebbe acquistarle ma non strappa lo sconto. La “brocca” tanto desiderata è già dimenticata. Ma l'ambulante che un attimo prima era caduto dalle nuvole davanti alla richiesta davvero inconsueta per un mercatino rionale neppure tanto organizzato, non cede. L'euro offerto dalla sua cliente non basta per venti buste. «Non c'è guadagno», avverte il rivenditore che ha piazzato la sua bancarella sotto l'insegna del laboratorio di analisi di via Is Maglias. Non c'è l'accordo. Sarà per un'altra volta.
L'AFFARE Cento metri più avanti, un'altra donna, anche lei anziana, ha concluso l'acquisto. Una caffettiera per due, visibilmente usata, finisce nella sua borsa. « Deu da pigu », dice a una sua amica che si attarda in una bancarella vicina. Soddisfatta lei, soddisfatto il venditore. « Bella dì, oi », sbotta commentando il primo oggetto venduto di una mattinata non propriamente proficua.
Piazza San Michele, quella vera, davanti alla chiesa della Medaglia miracolosa, è ancora un cantiere. Il restyling cominciato nel maggio dello scorso anno sarà concluso tra due mesi. «Prima dell'estate», dice l'assessore ai Lavori pubblici, Gianni Chessa. «Abbiamo avuto un po' di ritardi per il maltempo, il materiale della pavimentazione, il levocel, non gradisce l'acqua in fase di montaggio».
IL MURO E poi c'è la questione legata al muro contestatissimo davanti al sagrato. Impattante, dicono gli esperti. Brutto e basta, commentano da mesi gli abitanti del quartiere. E neppure la Curia sembra gradirlo, come ammette Chessa. La paura è che il sagrato, per colpa del muro del pianto , possa diventare un dormitorio per disperati e un ricovero per tossicodipendenti. «Cercheremo di migliorarlo», avverte l'assessore, «forse sarà necessario sistemare una cancellata». Se ne parlerà in estate, a lavori conclusi, quando la piazza sarà riconsegnata al rione. Alla città. Allora si dovrà anche decidere la sorte degli ambulanti che storicamente l'avevano utilizzata. «Sia chiaro, il Comune dovrà farsi carico anche di questo, ma non possiamo pensare che piazza San Michele possa essere utilizzata come in passato e magari deturpata. Ripeto, il problema degli ambulanti dovrà essere discusso e affrontato in Giunta e poi in Aula».
NELLA PIAZZETTA Intanto il mercatino vive e prospera oltre la strada, oltre le aiuole. È qui che molte persone cercano di sbarcare il lunario vendendo l'impossibile. Tra le bancarelle ci sono soprattutto gli anziani del rione e tante persone di colore. «Quanto costano le due sedie?», domanda una ragazza senegalese. Sono seggioline da bambino pieghevoli. Naturalmente usate. Si tira il prezzo, non ci si accorda. La commerciante dai capelli rossi non vende. «Così non posso, che ci guadagno?».
Andrea Piras