L'iter è complicato,
il progetto fa i conti
con leggi e burocrazia
Chi pensava a una semplice formalità è rimasto deluso. La pratica “nuovo stadio” in questo momento si trova sulla scrivania di una dirigente dell'assessorato allo Sport che sta valutando cosa fare. La realizzazione di un impianto provvisorio che consenta al Cagliari di giocare le partite di Campionato in attesa che i lavori per il nuovo Sant'Elia vengano completati è tutt'altro che facile.
«NESSUN RITARDO» «La politica ha dato il suo indirizzo, un obiettivo che deve essere perseguito. Il lavoro degli uffici amministrativi, però, è un'altra cosa. I funzionari stanno valutando quale sia la strada più adatta per raggiungere lo scopo finale. Il Cagliari Calcio ha indicato una via e il Comune deve capire se sia quella migliore». L'assessore comunale allo Sport Yuri Marcialis è consapevole che si tratta di argomento sensibile.
«È una pratica molto importante che richiede una valutazione attenta e scrupolosa. I tempi, però, non sono più lunghi rispetto alla media. Anzi. D'altronde non ci si può aspettare che una documento che ha richiesto molto tempo agli esperti della società che lo hanno compilato, possa essere liquidato in una mattina sola». L'invito dell'esponente della Giunta Zedda è quello di mantenere la calma. «Non bisogna avere fretta. Sappiamo che ci sono delle scadenze importanti da rispettare, ma è giusto che i dirigenti dell'assessorato lavorino con serenità e nel pieno rispetto delle regole». Sotto la lente ci sarebbe la modifica della convenzione proposta dalla società di Tommaso Giulini all'amministrazione.
LA PROPOSTA In breve. Il Consiglio comunale poco più di un mese fa ha deliberato all'unanimità una variante al Puc che spiana la strada al nuovo Sant'Elia. La costruzione però non potrà essere completata prima del 2020, da qui la necessità di realizzare un impianto provvisorio che consenta ai rossoblù di giocare in casa fino alla chiusura del cantiere. L'area destinata allo stadio provvisorio è quella attualmente occupata dai parcheggi.
Ma la nuova situazione che verrebbe a crearsi merita una interpretazione. Per esempio, gli uffici comunali potrebbero individuare una destinazione diversa poiché l'uso non sarebbe più quello destinato alla sosta delle auto. Se così fosse, la pratica potrebbe non essere più di competenza dell'assessorato allo Sport ma finire nelle mani dei funzionari delle Attività produttive che a quel punto dovrebbero formulare una valutazione tutta nuova. Finora il faldone ha già superato diversi passaggi. Dopo essere stato licenziato dalla commissione Patrimonio è stato inviato ai Lavori pubblici. Qui il funzionario competente ha disposto l'istruttoria per tutto quel che concerne il progetto: dalle autorizzazioni necessarie all'impianto idrico a tutti i nullaosta utili per i servizi previsti dal progetto iniziale. Il fascicolo così istruito circa un mese fa è passato all'assessorato allo Sport.
PERMESSI IN SCADENZA «Dobbiamo anche sottolineare che l'attività degli uffici non può essere paralizzata per sbrigare la pratica dello stadio che, tuttavia, sappiamo essere particolarmente importante anche in virtù dei tempi stretti dettati dalle autorizzazioni. Nel 2018 scadrà infatti il permesso rilasciato dall'ufficio paesaggistico regionale. I lavori dovranno quindi essere completati prima. Siamo dunque ben consapevoli della necessità di rispettare i tempi», conclude l'assessore Marcialis.
Quando i funzionari avranno individuato la strada migliore potranno apporre il sigillo alla pratica e trasmetterla al Suap dove altri impiegati esamineranno tutti i certificati e le autorizzazioni, qualora fossero concordi, arriverebbe il timbro finale.
M. C.