ISTRUZIONE.

Il Comune taglia il contributo delle famiglie con i redditi Isee bassi

Dev'essere Robin Hood, il nuovo ragioniere capo dell'assessorato alla Pubblica istruzione. Almeno così sembra, a giudicare dalle nuove tariffe per istituti per l'infanzia, scuolabus e mense per gli alunni, che saranno in vigore nelle scuole comunali dal prossimo anno scolastico. Già, perché il totale di quanto riscuoterà il Comune non cambierà, però i ricchi pagheranno di più e i poveri di meno per nido, scuola dell'infanzia, elementari e medie.
A illustrare le novità è l'assessore alla Pubblica istruzione, Yuri Marcialis, che evidenzia subito il dato più importante: «Tutti pagheranno una quota di iscrizione di venti euro per lo scuolabus», precisa, «ma la soglia di esenzione per reddito Isee sale da quattromila a cinquemila euro annui». Cinquemila è anche la nuova differenza tra uno scaglione di reddito e il successivo: mille in più rispetto a oggi. La diminuzione degli introiti - l'assessore ne è convinto - sarà in gran parte coperta dal maggior numero di famiglie che, grazie alle tariffe basse, utilizzeranno i servizi mensa e scuolabus. D'altra parte, uno studio di Save the children dimostra che più i servizi costano, più abbandoni scolastici ci sono.
Per chi ha redditi un più alti, assicura Marcialis, non sarà una stangata. Per ciascun pasto in mensa, il Comune spende 6,15 euro: è quanto pagheranno gli alunni delle famiglie che hanno il reddito Isee più alto. Lo stesso accadrà anche per lo scuolabus: la tariffa per i più abbienti corrisponderà a quanto spende il Comune per ciascun posto sul pulmino: 25 euro al mese.
Ci sarà un tetto anche per l'utilizzo, fuori dall'orario scolastico, delle palestre delle scuole: cinque euro l'ora. La Scuola civica di musica ha infine differenziato le tariffe dei corsi individuali per ciascun anno scolastico: 250 euro per le lezioni di un'ora, 120 per quelle di 25 minuti.
Luigi Almiento