MERCOLEDÌ, 20 MAGGIO 2009
Pagina 2 - Cagliari
Mentre per il Colle si attende che Cappellacci apra il tavolo
CAGLIARI. Mentre il Gruppo di intervento giuridico e gli Amici della Terra annunciano un nuovo ricorso al Consiglio di Stato per tentare di bloccare i nullaosta rilasciati a Coimpresa, una parte minima delle costruzioni che minacciavano la grande necropoli punico-romana si sta sbriciolando sotto la benna del bulldozer: è il palazzo che l’impresa Cocco era impegnata a costruire nell’area che dà su viale Sant’Avendrace, quella che secondo l’ex governatore Renato Soru e l’ex assessore alla cultura Maria Antonietta Mongiu dovrebbe diventare la porta d’ingresso al parco archeologico. Il cantiere era stato bloccato nel gennaio del 2007 dalla Regione, un provvedimento contro il quale l’impresa privata aveva ricorso al Tar ottenendone l’annullamento. La controversia era andata avanti, finchè all’imprenditore era stata fatta una proposta: la permuta dell’area con una palazzina di proprietà della Regione che si trova in via Dante. La trattativa era andata avanti, soprattutto sul fronte della quantificazione del mancato guadagno. Alla fine l’accordo: demolizione nel viale Sant’Avendrace, con grande gioia delle associazioni culturali ed ecologiste che da anni si battono per la difesa del colle. Il lavoro di demolizione è cominciato a presto mattoni e cemento scompariranno, restituendo la visibilità alle numerose tombe puniche che si trovano sul costone e che rischiavano di finire inghiottite all’interno del cortile sottostante.
Diversa la situazione sulla sommità del colle di Tuvixeddu, dove Iniziative Coimpresa è autorizzata ad andare avanti nella realizzazione del progetto edilizio. Il nuovo governatore Ugo Cappellacci aveva annunciato l’apertura di un tavolo sull’accordo di programma del 2000.