CENSIMENTO.
I nuclei numerosi sono poco più del 50 per cento: i single in costante aumento
La famiglia? Una sola persona Negli ultimi quindici anni gli stranieri residenti sono quadruplicati
Appena 174 residenti in meno rispetto al 2015. La città non cresce ma questo è un aspetto consolidato ormai da anni e le “perdite” di popolazione sono tutto sommato limitate. I morti sono il doppio dei nati (1.653 contro 766) e raccontano di una Cagliari che sta invecchiando, e pure questa non è una novità. Gli over 65 rappresentano il 26,54 per cento (41.055), in costante crescita da tre lustri a questa parte. Le fughe, cioè le emigrazioni, sono 3.440 mentre le nuove iscrizioni all'anagrafe dei residenti sono 4.589, una compensazione della bassa natalità. E le donne (82.517) superano il numero degli uomini (72.122) di oltre diecimila.
BIMBI E FAMIGLIE Altre fasce di età rappresentative sono quelle dei cinquantenni, 24.745 (16 per cento), e quella dei quarantenni, 24.574 (15,89 per cento). I bambini sino ai 10 anni sono 9.780 (6,32 per cento). In città risiedono 75.561 famiglie, delle quali il 44,9 per cento composte da una sola persona. Le famiglie numerose, quelle con almeno cinque componenti, sono solo il 3,39 per cento. Altra chicca dell'Atlante, l'elenco dei 30 cognomi più diffusi, da Melis (2.030) a Sanna (1.605) e Piras (1499) sino a Zedda (600) e Masala (595).
STRANIERI Sono solo alcuni dei dati che emergono dall'Atlante demografico pubblicato dall'amministrazione comunale sul sito on line. Si scopre che gli stranieri hanno raggiunto quota 8.381, il quadruplo rispetto al 2002, e che la componente più importante risiede a Monte Mixi (1.097), seguita da Stampace (834) e Villanova (813). Stranamente a Marina sono solo 518.
IL SOCIOLOGO «Cagliari non può espandersi, non ha più aree dove poter costruire nuovi insediamenti - spiega il sociologo Gianfranco Bottazzi - a meno che non lo si faccia a Molentargius. Scherzo, è chiaro, però il problema della mancata crescita sta qui. Basta vedere quanto è accaduto nei centri dell'hinterland. Capoterra, Sestu, Monserrato e Assemini, giusto per citarne alcuni, registrano notevoli incrementi demografici legati anche a fattori economici: comprare casa a Selargius costa meno e le giovani coppie, anche di cagliaritani, preferiscono lasciare il capoluogo».
LA RICERCATRICE La città invecchia ma non si vede. «La mancata crescita demografica non è un problema - dice Ester Cois, sociologa e ricercatrice dell'Università - perché Cagliari ormai è passata dall'appartenenza all'area metropolitana a essere città metropolitana. Con tutti i vantaggi che ne derivano in termini di vivibilità e di fruibilità. Il Poetto, Bonaria e, in generale, il centro storico rendono l'idea della vitalità e del dinamismo che la sta caratterizzando ormai da diversi anni. La distanza, peraltro breve dai 17 centri della cosiddetta area vasta, facilita gli spostamenti».
TRAFFICO Già, infatti i recenti studi sul traffico stradale hanno stabilito che in città, tutti i santi giorni, entrano 150 mila auto, in pratica una per ogni residente. Mezzi che vengono parcheggiati nei tanti spazi attrezzati per consentire gli spostamenti con il servizio di trasporto pubblico. Anche gli amministratori non sono preoccupati dai dati demografici.
L'ASSESSORE «Stiamo notando, anzi, che stanno aprendo bar, ristoranti e tanti negozi - sottolinea l'assessore Danilo Fadda - numeri in netto contrasto con i rilevamenti anagrafici. La ragione è dovuta al fatto che i prezzi delle case in città sono saliti alle stelle da tempo e, nonostante la crisi, non hanno subito grandi flessioni al ribasso. Sappiamo che ci sono migliaia di appartamenti di privati in vendita e che le imprese hanno difficoltà a piazzare il loro costruito. Per esperienza personale posso dire che diversi amici hanno privilegiato la vita tranquilla di un centro vicino a quella un tantino più frenetica di Cagliari. È comprensibile».
L'UNIVERSITÀ Insomma, l'emigrazione, la vecchiaia e le poche nascite non riescono tuttavia a dipingere una città ferma come direbbero le statistiche e i freddi numeri. L'Università, da sola, garantisce la presenza di qualche decina di migliaia di studenti che affollano i locali e le vie dei quartieri storici ravvivandoli e, soprattutto, rianimandoli.
Vito Fiori