Autore: Ennio Neri il 10/03/2017 18:10
Dopo il corso Vittorio Emanuele II, anche piazza Yenne. Ed entro due anni addio anche ai parcheggi della spina centrale di via Roma. E in futuro spariranno anche quelli del largo Carlo Felice. Con buona pace dei nostalgici della sosta sotto casa o degli operatori commerciali legati alla clientela del parcheggio in doppia fila.
Il processo è partito anni fa e lentamente avanza “senza sosta”. La politica è chiara: la mobilità in centro sarà prioritariamente concentrata su pedonalizzazioni (o pedonalità privilegiata) e potenziamento dei mezzi pubblici e le auto saranno tenute il più lontano possibile. Ma stravolgere le abitudini di migliaia di persone non sarà facile. Anche perché le aree libere in centro scarseggiano, i bus navetta non conquistano utenti e i multipiano interrati non hanno mai sedotto gli automobilisti cagliaritani. L’ipotesi più probabile è quella dei fast parking, il multipiano leggero o amovibile, simile a quello di via Sant’Alenixedda. Basterà?
Tutti a piedi. Con le pedonalizzazioni della Marina e di Villanova sono scomparsi dal centro anche i primi posti auto. Poi Castello, dove piazza Palazzo è stata (quasi tutta) liberata dalle auto. Ora c’è il corso Vittorio Emanuele II pedonale da piazza Yenne a via Sassari e che da lunedì chiuderà fino a via Maddalena e poi fino a via Caprera, portandosi via ulteriori parcheggi. E a breve sparirà la sosta da piazza Yenne, dove la superficie a disposizione dei passanti sarà notevolmente ampliata. Stando poi alle indicazioni dell’Arst entro il 2019 la nuova linea di metropolitana leggera (tratta piazza Repubblica-piazza Matteotti) cancellerà l’improprio spazio nella spina centrale di via Roma (il vecchio giardino ottocentesco). E, nei prossimi anni, da quanto è emerso nel corso dell’ultima commissione comunale Urbanistica, le auto in sosta spariranno anche dal largo Carlo Felice, dove le attuali fasce laterali riservate alla sosta saranno pedonalizzate.
I multipiano. I parcheggi in struttura i cagliaritani non li hanno mai amati particolarmente. Un po’ perché l’inclinazione naturale degli automobilisti è quella di concentrarsi sul parcheggio a raso e un po’ perché le tariffe non sono mai state realmente competitive rispetto a quelle della sosta in strada. L’ha ammesso recentemente l’assessora alle Attività produttive Marzia Cilloccu: i parcheggi interrati giacciono semideserti. Ci sarebbe l’autosilo di via Caprera, ma è chiuso da anni, anche se la Regione, secondo alcune voci, avrebbe in cassa il denaro per la sistemazione e la riapertura della struttura. Sbarrati (per “motivi di sicurezza” secondo la versione degli istituti di credito) i parcheggi comunali sotterranei sotto l’ex Cis e il Banco di Sardegna tra viale Diaz e viale Bonaria e quello, sempre comunale, di viale Trento (“difficile da gestire”, secondo la versione del Comune).
“E’ chiaro: entrano in città troppe auto e dobbiamo combattere questo fenomeno”, ammette Fabrizio Marcello, Pd, presidente commissione Mobilità, “in cassa ci sono 10 milioni di euro per realizzare aree di sosta, ma più che alle zone centrali pensiamo di costruirli in aree limitrofe come via San Paolo e viale La Playa. Stiamo ragionando anche sui vuoti urbani e, soprattutto, stiamo pensando di rivedere le tariffazioni di alcuni multipiano”.
Al Comune pensano anche alla realizzazione di multipiano interrato in via Santa Margherita, ma ci sono le incognite legate ai rischi archeologici e idrogeologici, oltre alla forte resistenza dei comitati ambientalisti.
Restano così i fast parking, i multipiano “leggeri”. Contemporaneamente ai lavori della metropolitana dovrebbero partire i cantieri per la realizzazione dei fast parking in piazza De Gasperi e piazza Donatori di sangue (ex Cis). E resterebbe in piedi l’ipotesi del potenziamento del parcheggio (sfruttatissimo) di Trenitalia in piazza Matteotti. Anche se prima c’è da attendere il braccio di ferro tra Regione e Ferrovie dello Stato sulla proprietà dell’area di sosta.