Sul futuro della rassegna domani l'incontro fra Centro servizi e Camera di commercio
«La Fiera deve cambiare pelle» Giudizio unanime degli operatori: fine della Campionaria
Non sarà più la stessa. Non potrà esserlo. È questa l'unica certezza sul futuro della Fiera campionaria della Sardegna. Una verità - confermata dal presidente della Camera di commercio Maurizio De Pascale - che trova consensi diffusi e trasversali nel mondo politico ed economico perché frutto di un'analisi sugli insuccessi degli ultimi dieci anni che nessuno più nega.
Ebbene, almeno per ora, l'alternativa non è stata scritta. A sentire gli addetti ai lavori, per costruirla si sta ancora lavorando.
LA SCADENZA E così, mentre mancano soltanto due mesi alla scadenza di fine aprile, quando da settant'anni la Fiera apre i battenti a cavallo della ricorrenza di Sant'Efisio, su quanto accadrà in viale Diaz non si hanno certezze. Mauro Murgia, presidente dell'azienda Centro servizi per le imprese e Fiera (controllate dalla Camera di commercio) si scusa ma resta praticamente muto. Avaro di notizie, insomma. «Obbligatoriamente», dice. «Domani incontreremo il presidente della Camera. Di sicuro nel nostro consiglio di amministrazione abbiamo tutti una linea omogenea: la Fiera deve cambiare, va cambiata. C'è in atto una rivoluzione nel mercato del materiale che non lascia fuori la Fiera, intesa come vetrina ed esposizione dei prodotti aziendali. D'altra parte De Pascale ha ragione: gli ultimi anni sono stati avvilenti».
LE ROVINE Una raffica di insuccessi tra le rovine (anche reali) dei caseggiati fatiscenti del quartiere fieristico che da troppi anni denunciano il bisogno di una vera opera di restauro. Edifici di proprietà della Camera di commercio che negli ultimi tre anni ha dimezzato il bilancio, passando da 13 milioni di euro agli attuali sei. «Colpe di Stato», si affretta a commentare Murgia.
Senza denaro contante, insomma, difficile prevedere la rinascita (architettonica) dell'intera area. Che, tra l'altro, nessuno vuole.
I COMMENTI «Da due anni lo stiamo ripetendo: una rassegna generalista come quella della Fiera campionaria che abbiamo conosciuto non ha davvero più senso. Le decisioni, è vero, spettano al Centro servizi ma, e questa è una mia personale posizione condivisa da tutta Confcommercio, bisogna veramente ripensare al quartiere fieristico. Un compendio urbanistico ricostruito grazie alle sinergie tra Camera di commercio, Regione e Città metropolitana», spiega il presidente di Confcommercio sud Sardegna, Alberto Bertolotti. «Credo che il presidente De Pascale debba immediatamente convocare il consiglio camerale perché si apra una discussione seria e propositiva sul futuro della Fiera e del quartiere fieristico che va aperto alla città grazie anche a realtà museali e ricettive, mentre va anche rafforzato il polo convegnistico».
IL GIUDIZIO Intanto, dopo l'interrogazione al ministro per lo Sviluppo economico presentata dal parlamentare dei Riformatori, Pierpaolo Vargiu («La Fiera non può morire nell'indifferenza delle amministrazioni sarde»), anche i consiglieri regionali dei Riformatori, Michele Cossa, Attilio Dedoni e Luigi Crisponi hanno rivolto un'interrogazione al presidente della Regione Pigliaru; mentre i consiglieri comunali Giorgio Angius e Raffaele Onnis interrogano il sindaco Massimo Zedda. «Il destino della Fiera e del quartiere fieristico non può dunque essere considerato un fatto privato da discutere tra quattro amici al bar - scrivono i Riformatori - è invece una scommessa che deve coinvolgere Stato, Regione, Comune e Città metropolitana che devono parlarsi immediatamente tra loro e coinvolgere tutti i cagliaritani in una scelta tra le più importanti e vitali per una città».
Andrea Piras