Procura. Accuse di violazioni urbanistiche e paesaggiste: all'edificio di sette piani manca il nulla osta
Ipotesi di falso per il costruttore Cardia e il dirigente dell'Edilizia privata Mario Mossa
Elena Laudante elena.laudante@epolis.sm ¦
Non si tratta più della diatriba della distanza di centro metri, centimetro più centimetro meno, dalle Saline. Ma di un documento, il nulla osta paesaggistico, che il costruttore non ha mai chiesto e dunque non ha. Per questi sospetti il giudice ha sequestrato il cantiere di via Gallinara 18, dove è in costruzione un palazzo di 7 piani in luogo di una villa simile a tutte quelle del quartiere. I sigilli del Corpo Forestale - su richiesta del pm Daniele Caria - sono scattati venerdì. Il Gip Luisanna Melis ha accordato il blocco dei lavori della Progetto Casa Immobiliare Srl, di Francesco Cardia, ora accusato di falso ideologico e di violazione di norme urbanistiche e paesaggistiche. Con lui, nel registro degli indagati anche il nome del direttore del Servizio Edilizia privata del Comune, Mario Mossa, sotto inchiesta per falso ideologico per la concessione rilasciata. Ma i reati che hanno fatto scattare i sigilli sono quelli edilizi. Se il Tar non aveva considerato le Saline bene identitario da tutelare nei cento metri, e nemmeno nei 300, per la procura la questione è diversa. Quell'area umida prevede una fascia di rispetto di 300 metri, dunque il cantiere rientra in quell'”assetto ambientale” da tutelare, e tutto il progetto doveva passare al vaglio dell'Ufficio regionale tutela del Paesaggio, che avrebbe dovuto rilasciare un'autorizzazione sull'impatto che il nuovo palazzo avrà sul profilo delle Saline, caratterizzato da una continuità di case basse, come prevede lo stesso Puc. Sarà il Tribunale del Riesame a pronunciarsi. Secondo le indagini condotte dal nucleo di polizia giudiziaria della Forestale, quel palazzo tanto contestato dagli ambientalisti sta per essere realizzato anche in violazione delle norme urbanistiche, ovvero contro il Piano urbanistico del Comune che il progetto lo ha autorizzato. Sei piani, alto 22 metri, il futuro edificio supererà di un bel po' la vecchia villa monofamiliare alta 12 metri: in sostanza, gli ultimi due piani, gli attici con inestimabile vista mare, potrebbero essere abusivi. L'accusa di falso per Cardia, contestata in concorso al dirigente dell'Edilizia privata Mossa si fonda sulle dichiarazioni per ottenere e ovviamente concedere le autorizzazioni a costruire. Come sostenuto davan- ti al Tar, Cardia ha sempre giurato che il suo cantiere inizia pochi metri dopo la fascia dei 100 metri (un tempo tutelata dal Ppr per i beni “identitari”, limite ora notevolmente ridotto con la legge sbloccacantieri), mentre evidentemente la Procura le cose stanno diversamente. A firmare la licenza che risale al 4 luglio 2007 è stato il dirigente Mossa, nome frequente in inchieste su lavori che gli inquirenti considerano abusivi. Il sequestro arriva a sorpresa dopo una lunga battaglia iniziata dal comitato di quartiere di via Gallinara, contrario a veder crescere un palazzo al posto di una casa di due piani. Ma il suo ricorso non aveva convinto il Tar, certo che la zona non fosse vincolata in maniera diretta dal Ppr. Ma per la procura ci sono altri profili di illegittimità.