Rassegna Stampa

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Inaugurata oggi a Cagliari la sede operativa della nuova provincia del Sud Sardegna

Fonte: web Vistanet Cagliari
9 marzo 2017

Inaugurata oggi a Cagliari la sede operativa della nuova provincia del Sud Sardegna


  
Un gesto simbolico, il tradizionale taglio del nastro, sancisce l’avvio della tanto discussa provincia del Sud Sardegna. Nata con la Legge regionale di riforma degli Enti locali, approvata il 4 febbraio del 2016, la neo provincia ha inaugurato questa mattina la sua nuova sede, nei locali di via Giudice Guglielmo a Cagliari, messi a disposizione in comodato d’uso gratuito dalla Città metropolitana. E proprio in qualità di sindaco della Città metropolitana, era presente alla cerimonia anche il sindaco di Cagliari Massimo Zedda.

«Prende luogo oggi l’assetto organizzativo della provincia del Sud Sardegna – ha dichiarato Cristiano Erriu, Assessore regionale degli Enti locali –  suddivisa in zone omogenee e organizzata in punti operativi nei maggiori centri del territorio. Siamo andati incontro alle esigenze logistiche dei cittadini, del territorio – ha proseguito – che sono fruitori dei servizi della provincia del Sud Sardegna, una realtà che servirà un territorio ampio con una struttura snella, come sono diventate ormai oggi le province e la Città metropolitana di Cagliari».

Accanto agli altri uffici provinciali distribuiti nel territorio, la nuova sede sarà una realtà operativa multiservizi che permetterà di limitare le condizioni di disagio di una provincia così vasta. Ciascuna sede locale dovrà poi rispondere alla esigenze dei cittadini dei 108 comuni, situati nei tre macro territori del Sulcis, del Medio Campidano e della zona limitrofa alla città di Cagliari.

La scelta della localizzazione della sede nel capoluogo è legata infatti alla facilità con la quale è possibile raggiungere Cagliari dai comuni della provincia. «Questa sede è nata prima del 4 dicembre 2016, quando pensavamo che la vita delle province sarebbe stata difficile – ricorda Giorgio Sanna, commissario straordinario della provincia del Sud Sardegna – un territorio dove gli abitanti avevano e hanno Cagliari come punto di riferimento, per abitudine e sistemi di comunicazione. Si doveva perciò posizionare qui un ufficio che non avrebbe dovuto svolgere un grande lavoro ma essere invece un punto di risposta immediata, protocollazione, informazioni sulle pratiche, ecc.».



Enti locali al servizio dei comuni, quindi, le province saranno ora dei centri operativi di erogazione dei servizi con costi limitati, perché – ha ricordato Erriu – «sul piano finanziario e organizzativo non ci sono costi aggiuntivi» e anche sul piano politico il sistema sarà snello cioè «senza i costi della politica che in passato esistevano». Se il presidente e il consiglio prima venivano eletti a suffragio universale, infatti, oggi queste province sono enti di secondo livello e i presidenti e il consiglio non saranno eletti direttamente dai cittadini, ma dai consiglieri comunali dei comuni di riferimento. Le elezioni del nuovo consiglio provinciale e del presidente si terranno, infatti, come previsto dalla legge, alcune settimane dopo le elezioni amministrative. Nel frattempo restano in carica i commissari straordinari che, come nel caso di Giorgio Sanna, svolgono una funzione organizzativa preliminare e preparatoria del lavoro che saranno chiamate a svolgere le future amministrazioni.

Pur non nascondendo le difficoltà finanziarie delle province, Erriu ha ricordato come la Regione e l’Anci hanno portato avanti una battaglia affinché lo Stato non sottraesse alle province e alla Città metropolitana 50 milioni di euro nel biennio 2017-2018. Ancora, nel patto per la Sardegna firmato di recente c’è una dotazione di 50 milioni di euro destinata alla manutenzione della rete viaria provinciale e regionale che sosterrà il miglioramento delle infrastrutture e porterà quini le province ad un rilancio della loro attività.

E se le finanze non sono per ora un problema, si dovrà fare i conti con il peso politico delle nuove istituzioni che sarà proporzionale alla capacità politica che avranno i consiglieri comunali e i sindaci della provincia di tenere alto il valore politico. «Le province non sono riesumate – ha concluso l’assessore Erriu -, o meglio, l’ultimo referendum ha stabilito che le quattro province debbano rimanere e noi non possiamo che dare attuazione a questa volontà nel modo adeguato».