Scuola, Fedeli a Cagliari: “Nell’Isola serve legge dedicata all’istruzione”
“Credo sia importante che in Sardegna la Regione debba cercare assolutamente di avere una legge dedicata”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca, Valeria Fedeli, a margine di un faccia a faccia con il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, e il rettore dell’Ateneo cagliaritano, Maria Del Zompo, prima di partire per Ghilarza (Oristano) per l’evento conclusivo di un progetto della scuola media del paese. Secondo la ministra, la Regione Sardegna deve “puntare moltissimo sull’insieme dell’istruzione e della formazione proprio perché ne ha bisogno per il futuro di quest’isola, perché è una scelta decisiva anche per le ragazze e i ragazzi”. Riguardo ai dati elevati sulla dispersione scolastica, la ministra Fedeli ha aggiunto che “non è possibile non avere politiche dedicate: noi in relazione con le scelte che dovranno essere fatte dalla Regione opereremo nel migliore dei modi possibile per rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il raggiungimento dell’obiettivo”. “Credo che l’Italia, negli ultimi due anni, abbia cominciato a spendere molto sull’istruzione e sul diritto allo studio, però non c’è dubbio che il differenziale con altri Paesi sul diritto allo studio è molto forte”, ha proseguito la ministra. “Noi dobbiamo investire di più sulle borse di studi – ha aggiunto – e consentire a chi non può, per l’origine o per le condizioni economiche, a tutti i meritevoli e ai capaci, di proseguire gli studi per arrivare all’Università”.
Revisione dei parametri per la valutazione delle Università sarde, ma anche progetti di lotta alla dispersione scolastica che nell’Isola supera il 23%. Sono questi i temi affrontati nella visita a Cagliari della ministra Fedeli con il sindaco Zedda e il Rettore Del Zompo. “Tra i problemi c’è quello del raffronto tra Atenei che non aiuta Cagliari e Sassari rispetto ai Politecnici, poi l’Isola sconta il problema dei parametri legati dell’attrazione di studenti da altre regioni confinanti – ha spiegato il sindaco Zedda – Inoltre la ministra ci ha riferito di un’esperienza che si sta facendo alla Normale di Pisa sui ragazzi che effettuano studi tecnici e professionali: attraverso un lavoro di promozione dell’Università, si cerca di far comprendere agli studenti che scelgono questi istituti che c’è uno sbocco universitario, anche attraverso la laurea breve. Ebbene il risultato è che si è riusciti ad aumentare la quota di iscrizioni all’Università sino al 75%”.
La protesta. “Ministro Fedeli, si faccia ispirare da Gramsci e cancelli errori, ingiustizie e torti della Buona scuola“. È il messaggio di benvenuto del Comitato delle valigie del 10 agosto, i docenti sardi che due anni fa scesero in piazza anche contro i trasferimenti legati alla nuova legge sulla riforma della scuola, alla ministra della Pubblica Istruzione. Primo punto. “La disparità di trattamento scaturita con l’invenzione delle Fasi: 0, A, B, C, ha contribuito a dividere i docenti, tutelando i diritti di alcuni a discapito di altri, utilizzando regole e norme diverse. Non esistono carabinieri di fase A, B, etc, ma carabinieri e basta”. Questione trasferimenti. “La legge ha stravolto le regole- si legge in una nota – e complicato la vita ed il lavoro dei docenti costringendo, in particolare, quelli assunti in fase B, a spostarsi a centinaia di chilometri da casa o fuori dalla propria regione. Precari storici che ora attendono un’assegnazione provvisoria per potersi riavvicinare nelle province dove hanno lavorato per anni. Possedere una specializzazione in più, quella per il sostegno e il famigerato algoritmo, infatti, li ha sparpagliati come tante pedine sullo scacchiere della penisola con tutte le problematiche sociali ed economiche che ne conseguono”. La nuova mobilità? “L’ennesimo salto nel buio – conclude il comitato – per tantissimi insegnanti di ogni ordine e grado, a causa della mancanza di dati sui posti disponibili”.
I sindacati: “La ministra ci ha snobbati”. “Rileviamo purtroppo con rammarico che il ministro dell’Istruzione non ha trovato uno spazio per incontrare il sindacato”. Così i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della Sardegna, Michele Carrus, Ignazio Ganga e Francesca Ticca, che aggiungono: “un fatto tanto più grave perché si pone in contrasto con la disponibilità offerta dal presidente del Consiglio Gentiloni che, proprio lo scorso 18 febbraio, nel corso del confronto con Cgil, Cisl e Uil, aveva annunciato l’imminente visita del ministro come occasione per affrontare le questioni cruciali del diritto allo studio”. I tre leader sindacali ricordano che il tema dell’istruzione, “come fattore indispensabile per moderne politiche di coesione e di sviluppo, era stato centrale nell’incontro all’aeroporto di Elmas e che il presidente Gentiloni, segnando anche una netta discontinuità con il suo predecessore, aveva rassicurato gli stessi sindacati sulla disponibilità al confronto”. “E’ davvero un peccato – affermano i tre segretari – perché sarebbe stata una occasione per illustrare al ministro Fedeli le proposte e le criticità, più volte sottolineate anche dalle nostre categorie, del sistema dell’istruzione, dell’università e della ricerca in Sardegna. Non vorremmo che l’atteggiamento del ministro fosse legato a una logica conflittuale che pensavamo superata – sottolineano – si tratterebbe di una scelta ancor più singolare perché compiuta da una persona che ha una lunghissima militanza sindacale alle sue spalle e che oggi sembra quasi dimenticare l’importanza dei rapporti con le parti sociali”.