C'è chi abbandona già nei primi mesi delle superiori e chi lo fa dopo la bocciatura al termine del primo anno. Chi ha alle spalle genitori in difficoltà economiche e chi non trova più motivazioni per andare avanti. È così che uno studente sardo su quattro, il 24,7%, abbandona la scuola tra i 14 e i 18 anni. Sulla dispersione scolastica la Sardegna stacca sempre e nettamente la media nazionale che viaggia intorno al 15%. Fin qui le cattive notizie. Quella “buona”, invece, è che «dopo tanto tempo la Sardegna non è più maglia nera in Italia, oggi la Sicilia fa peggio», con oltre il 25%, dice Ivo Vacca, segretario regionale della Flc-Cgil. Ma il discorso non cambia.
AULE VUOTE Eppure nella lotta contro la dispersione scolastica, con “Tutti a Iscol@” la Regione ha messo in campo un piano strutturato con l'obiettivo di rafforzare l'offerta didattica, prendere in carico le situazioni di fragilità ed esclusione, e garantire le attività extrascolastiche. «La dispersione scolastica è un tema delicato e complesso su cui la Giunta ha avviato un'azione sistemica da valorizzare al meglio», spiega il nuovo assessore regionale all'Istruzione Giuseppe Dessena. «Occorre affinare gli strumenti e i bandi e rendere operativo l'Osservatorio sull'Istruzione e sulla formazione per tarare le azioni dei prossimi anni in modo da assicurarne la massima efficacia».
TUTTI A ISCOL@ Dopo la sperimentazione, partita tra il 2015 e il 2016, “Tutti a Iscol@” è entrato a “regime” nell'anno scolastico in corso. Il piano si sviluppa su tre linee di intervento che prevedono il miglioramento dell'apprendimento di base, scuole aperte e inclusione, e sostegno psicologico. Le risorse stanziate ammontano, per quest'anno, a 17 milioni e 400mila euro (mentre per il 2017-2018 le risorse previste sono circa 23 milioni): 7 milioni e 400mila euro sono stati impiegati per colmare il deficit di competenze che, spesso, dà luogo a fenomeni di abbandono, soprattutto nelle scuole secondarie di primo grado (le medie) e nel biennio delle scuole secondarie di secondo grado (le superiori). Quattro milioni e mezzo sono stati stanziati per “scuole aperte”, ovvero per ampliare l'offerta formativa con percorsi extracurriculari. Si tratta di laboratori didattici incentrati sulle nuove tecnologie e sulle materie umanistiche.
IL DIALOGO IN CLASSE Ci sono 5,5 milioni di euro per aiutare il dialogo tra gli studenti e tra alunni e docenti, appartenenti a culture e condizioni sociali differenti. Psicologi e pedagogisti sono i professionisti scelti per sostenere i ragazzi e le famiglie, con una particolare attenzione agli studenti non italiani e a quelli con disabilità. «Premesso che “Tutti a Iscol@” è comunque un buon progetto», sottolinea Ivo Vacca, della Flc-Cgil, «c'è più di qualcosa che deve essere migliorata e che oggi mina la qualità del piano». In primo luogo «i contratti applicati ai docenti, i Cococo, e non quelli che si applicano di norma ai supplenti, che fanno fuggire i docenti, seppure precari, verso altre soluzioni. Quindi, il problema del punteggio, risolto 20 giorni fa, che non veniva riconosciuto ai docenti che partecipavano a “Tutti a Iscol@”.
IL DIMENSIONAMENTO Infine il piano di dimensionamento scolastico ritagliato su parametri nazionali che non tengono conto della specificità della Sardegna», spiega Vacca. Tutto questo ha portato «a non avere sempre i docenti necessari per tutti i progetti, e ha costretto gli studenti», soprattutto quelli della aree interne, «a rinunciare a partecipare ai laboratori perché difficile spostarsi da un paese all'altro con i problemi legati alla mobilità». Risultato: alcune scuole hanno restituito 170.000 euro per l'impossibilità di presentare i progetti.
Mauro Madeddu