Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Fuorisede, un affare che vale oro I ragazzi che traslocano in città spendono 100 milioni all'anno

Fonte: L'Unione Sarda
2 marzo 2017

UNIVERSITÀ.

Al tavolo della commissione Patrimonio del Comune i numeri dell'accoglienza

Fuorisede, un affare che vale oro I ragazzi che traslocano in città spendono 100 milioni all'anno


Un affare che vale oro. Gli universitari fuorisede, squattrinati per definizione, costituiscono invece una risorsa preziosissima per la città. A giudicare dai numeri ora all'esame della commissione Patrimonio del Comune, i ragazzi che si arrivano dal resto dell'Isola per questioni di studio valgono circa 100 milioni di euro all'anno. Un tesoro.
L'INDAGINE I dati si riferiscono a un'analisi eseguita dal “Social student welfare Europa Sardegna” ormai nel 2012 e, nonostante siano passati cinque anni, si tratta dell'ultimo rilevamento disponibile. Nel paniere individuato dai ricercatori dell'Università figura l'affitto per una stanza (la media calcolata è compresa tra i 275 e i 290 euro), i caffè al bar, il pranzo fuori casa e tutte le altre spese accessorie che un ragazzo deve sostenere per sopravvivere lontano dalla propria famiglia. Lo scopo della commissione presieduta da Fabrizio Marcello è quello di valutare l'importanza di eventuali investimenti proprio nel settore dell'accoglienza universitaria, materia quanto mia attuale ora che si attende il completamento dell'iter per la costruzione del campus in viale La Plaia, una struttura che garantirà 540 posti letto che andranno ad aggiungersi agli 825 disponibili per un totale di 1.505. Ancora troppo poco. «Da questi dati nasce la necessità di una programmazione sulla residenzialità studentesca, in merito alle nuove politiche sull'istruzione universitaria e sui servizi connessi», spiega Marcello.
VIA ROMA La popolazione dei fuori sede è composta da poco meno di 14 mila ragazzi ognuno dei quali spende circa 607 euro al mese. A conti fatti si raggiungono i 100 milioni che ora spingono a una riflessione. «A breve porteremo una mozione in Consiglio comunale per far sì che i soggetti pubblici coinvolti costituiscano un tavolo dove affrontare il problema, creando una mappatura degli immobili di proprietà del Comune, della Regione, del demanio, dotandosi di tutti gli strumenti conoscitivi utili alla progettazione di nuove case dello studente».
La questione dei vuoti urbani è al centro di un dibattito innescato dalle dichiarazioni dell'assessore regionale all'Istruzione Claudia Firino che alla fine di gennaio annunciò di voler vendere la casa dello studente di via Roma (chiusa da quattro anni) per fare cassa. Immediata era arrivata la reazione del mondo della politica e dell'Università, primo fra tutti quella dell'ex rettore Pasquale Mistretta che con un post su facebook invitò a una riflessione sugli edifici disabitati che potrebbero essere destinati proprio ad accogliere gli studenti fuorisede. Sul punto è intervenuto anche il presidente dell'Ersu Antonio Funedda che davanti alla commissione Patrimonio del Comune ha escluso l'ipotesi della cessione e indicato un'alternativa per lo stabile abbandonato di via Roma: una ristrutturazione da quattro milioni di euro avrebbe permesso di recuperare 140 posti letto da destinare non solo ai ragazzi, ma anche ai professori fuori sede. In questo contesto si inserisce la proposta al vaglio della commissione che evidenzia il ruolo degli studenti come risorsa per la città.
TREND NEGATIVO «Negli ultimi anni gli studenti universitari sono diminuiti, dobbiamo riuscire a invertire questa tendenza», conclude Marcello. A guardare i dati messi insieme dall'osservatorio dell'Ateneo cagliaritano gli studenti fuori sede costituiscono la fetta più grande della popolazione universitaria con il 44 per cento del totale. Il resto è formato per il 31 per cento da studenti residenti a Cagliari, il 9 per cento da ragazzi che vivono nell'area metropolitana e il 16 per cento da pendolari di altre zone della Sardegna. A mettere insieme l'affare economicamente più vantaggioso sono proprio gli studenti che in città pagano l'affitto, le bollette, quelli che spesso mangiano fuori perché a casa non c'è nessuno a preparare il pranzo. Un vero business sul quale investire.
M. C.