Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Centro storico, sì al piano

Fonte: La Nuova Sardegna
18 maggio 2009

SABATO, 16 MAGGIO 2009

Pagina 2 - Cagliari



Municipio, la commissione all’Urbanistica approva il «quadro» per intervenire nei vecchi rioni



La delibera stabilisce i «vuoti strategici» non lottizzabili e quelli edificabili

CAGLIARI. Prima tappa per il piano particolareggiato del centro storico. L’altro ieri la commissione consiliare all’Urbanistica ha detto sì agli indirizzi del piano, con l’astensione dell’opposizione. Il che significa che la minoranza è disponibile alla discussione. L’atto amministrativo, che dovrà ora passare in Consiglio, riempie un’assenza del piano regolatore e traccia le linee di intervento sugli antichi quartieri, individuando i «vuoti strategici» e quelli che possono essere costruiti.
Ma sono già sorti i primi problemi, legati proprio a un «vuoto strategico». Infatti oltre seimila metri quadrati per una volumetria di dodicimila e settecento metri cubi è il progetto che un imprenditore ha ipotizzato per lo spiazzo che si trova tra via San Saturnino e via Tristani. Tutto regolare per chi propone: possiede un terreno e ha il diritto di farlo. Ma meno per l’amministrazione visto che in quell’area il piano particolareggiato del centro storico prevede un «vuoto strategico». Nonostante questo la giunta comunale ha dato un parere preventivo positivo alla proposta della società, mentre la commissione consiliare all’Urbanistica aveva espresso un parere negativo. Poi il contrasto pare si sia appianato (la Giunta dovrebbe proporre ai proprietari una permuta con un altro terreno). Ma il problema dei «vuoti» resta, sottolinea l’opposizione, «in quanto il fatto che alcuni siano considerati “strategici” e importanti per il paesaggio, non significa che non vi sarà costruito».
Il piano del centro storico individua tre tipi di «vuoti urbani». Innanzi tutto vi sono quelli, come accennato, «strategici» che per dimensione e storia richiedono una sensibilità particolare (devono essere recuperati alla fruizione collettiva); poi vi sono i «luoghi della memoria», quelli che hanno una loro storia e su cui si deve ugualmente pensarci bene prima di costruire; e, infine, vi quelli «trasformabili» come, ad esempio, lo spiazzo che si trova tra via Barcellona e via Sardegna, il palazzo Aymerich (su cui è ancora viva la polemica e il blocco a suo tempo imposto dalla soprintendenza) e il Ghetto degli ebrei (per un recupero museale). (r.p.)