Nati e morti a confronto: uno spaccato della società. Un bimbo rischia di chiamarsi California Addio Florindo, benvenuta Sofia Come cambiano i nomi dei cagliaritani: nessuna Paola, due Efisio
Addio Florindo, Ermenegilda, Edulcia e Nemesio, benvenuti Alessandro, Lorenzo, Sofia e Alice. Nomi che scompaiono (quelli dei morti), nomi che si impongono (quelli dei nuovi nati): suoni in disuso e suoni alla moda, il passato e il futuro che si guardano, a volte senza riconoscersi.
UN'EPOCA CHE SCOMPARE Scorrendo le necrologie pubblicate da L'Unione Sarda nelle prime due settimane di febbraio sembra di avvertire i profumi di vecchie credenze, sigari, copertine in raso, bambole di porcellana, brillantina: se ne sono andati Orazio, Beniamino, Greca, Vincenza, Mariola, Gesuina, Nazzario, Florindo, Elvira Edwige, Clementina, Mercede, Maria Ausilia, Modesto, Wanda, Pasqualina, Maria Rosaria, Maria Antonia, Gaetana, Stella, Santino, Evelina, Fernanda, Ermenegilda, Antonica, Biagia, Severino, Emilia, Cecilia, Pietrina, Rosalia, Regina, Luigia, Nemesio, Carmelo, Ignazio, Ericreo, Eudosia, Irma, Benito, Gioconda, Anselmo, Speranza, Oliviero, Letizia, Tullio, Bonaria, Liliana, Edurcia (da non confondere con Edulcia), Maria Pia, Eligio, Erminia, Raffaela, Magda, Dolores, Arcangelo, Maria Grazia, Savina, Pasquina, Orsola nota Orsolina, Vitalia, Lodovico, Ida.
Quasi un elenco di specie a rischio di estinzione: nessuno di questi nomi è stato attribuito alle bambine e ai bambini nati a Cagliari nel 2016. Con loro spariscono intere tradizioni familiari (di norma, i nipoti ereditavano i nomi dei nonni), devozioni (la scelta era spesso dovuta al santo celebrato il giorno della nascita), mode (la voga di alcuni nomi era dovuta al successo di opere letterarie o teatrali).
LE NUOVE TENDENZE Per conoscere i gusti dei cagliaritani di oggi basta salire al secondo piano del palazzo comunale di via Sonnino, ufficio dello Stato civile, dove si tengono i registri dei nati e dei morti. Nel 2016, a fronte di 1.616 morti, sono nati 806 bambini residenti a Cagliari (pochi: per loro basta un solo registro, un volumone rilegato che fa una ben magra figura, paragonato ai dieci necessari per accogliere gli oltre ottomila nati nel 1974, appena 43 anni fa) che si sono divisi 387 nomi. Per le femminucce il più usato in assoluto è Sofia: un dominio che, giura Marinella Gaviano, una delle due addette all'ufficio nascite, dura «da alcuni anni» e non è dunque da attribuire al successo della canzone di Alvaro Soler. Segue Alice, quindi un testa a testa fra Anna e Beatrice, quindi Aurora, Chiara, Giulia, Camilla, Eleonora, Ludovica. Sette bimbe sono state chiamate Elena e altrettante Rebecca. Sei Elisa, Emma, Francesca, Gaia e Sara, cinque Angelica, Bianca, Greta, Laura, Martina, Matilde, Rachele, Virginia. Fra i maschietti dominano nettamente Alessandro e Lorenzo. Staccati Gabriele, Edoardo, Riccardo, Francesco, Andrea, Leonardo, Tommaso e Federico, quindi Luca, Mattia, Nicolò, Matteo, Giovanni, Daniele, Filippo, Marco, Diego, Michele, Nicola, Cristian, Davide, Emanuele, Enrico, Gabriel, Giuseppe.
LE ASSENZE A sorprendere sono le assenze. Curioso, per esempio, che nemmeno una bimba nata l'anno scorso sia stata chiamata Paola, un nome fino a non molto tempo fa diffusissimo: mentre, per dire, ci sono una Zoe, una Frida, una Asia. Singolare anche che appena due bambini, Giuseppe Efisio ed Efisio Andrea, portino il nome del martire guerriero cui i cagliaritani sono devotissimi, e peraltro in condominio con un altro nome, mentre i Kevin sono stati tre, e tutti con cognome sardo (mentre gli altri nomi stranieri, da Ashley a Yifan, appartengono a figli di non italiani, cui si deve buona parte delle nuove nascite).
KEVIN E GLI ALTRI Caso limite, quello dei Kevin? Per niente: «Spesso - racconta il funzionario Salvatore Manca - dobbiamo impegnarci per cercare di dissuadere i genitori dal dare ai bimbi nomi che potrebbero essere causa di dileggio. Se insistono, siamo obbligati a registrarli ma inviamo la pratica alla Procura: l'ultima parola spetta ai giudici». In questi giorni si aspetta da piazza Repubblica un pronunciamento su un caso spinoso: un genitore insiste a voler chiamare il figlio (maschio) California. Negli anni scorsi, impiegati e funzionari di via Sonnino hanno risparmiato a creature innocenti il destino impegnativo di essere chiamati Berlina e Dollaro.
Marco Noce