Rassegna Stampa

web Vistanet Cagliari

Dal passato di Cagliari riemerge la storia di quel tunnel mai realizzato tra Stampace, San Benedetto

Fonte: web Vistanet Cagliari
27 febbraio 2017

Dal passato di Cagliari riemerge la storia di quel tunnel mai realizzato tra Stampace, San Benedetto e Villanova

Sono tante le opere incompiute nella storia dei lavori pubblici italiani: lavori iniziati, lasciati a metà in attesa che qualcuno un giorno li porti a termine e che restano lì invece, come monito, sotto gli occhi di tutti. Diversa è invece la storia di quei lavori, progettati e appaltati che – è il caso di dirlo – si perdono per strada e non vedono mai la luce. Quella del tunnel Stampace-Villanova è una di queste.

A sentirla di sfuggita, questa storia potrebbe sembrare una leggenda metropolitana, con l’attendibilità di un’odierna bufala. Il periodo è quello fascista e Cagliari, finita l’epoca di Ottone Bacaredda e di Gavino Dessì Deliperi, era guidata dal podestà Vittorio Tredici. Fu proprio quest’ultimo nel 1928 a bandire il concorso nazionale per il piano regolatore e di ampliamento della città di Cagliari. Vennero presentati sette progetti e ne venne scelto uno, ma altri tre si tennero in considerazione per eventuali idee correttive al progetto principale. In quasi tutti i progetti selezionati, era centrale il ruolo del quartiere di Villanova nell’ampliamento della città, come punto di passaggio dal quartiere di Stampace alla zona di San Benedetto, oggetto in quegli anni di una fiorente attività edilizia.

Nella sua disamina dei quartieri storici di Cagliari, Franco Masala ricorda come accanto a questi progetti ufficiali ne saltò fuori uno nel 1930 che prevedeva la costruzione di «un ennesimo tunnel, questa volta con imbocco nel fosso di San Guglielmo (dove si trova oggi l’ex Clinica Aresu, ndr) ed uscita in una spianata fuori vico Giardini (oggi via Macomer), per una lunghezza complessiva di 262 m». Sarebbe dovuta essere un’opera colossale e rivoluzionaria per l’epoca. Francesco Corona, autore della celebre “Guida di Cagliari e suoi dintorni” descrive una delle tante varianti del progetto come un’opera funzionale al «transito dei pedoni e dei veicoli, ma eventualmente anche del tramvia urbano ad un solo binario».

Nel 1938 il piano regolatore venne messo a punto ma venne approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici soltanto il 30 ottobre 1941. Veniva quindi messo nero su bianco quel famoso un traforo che avrebbe permesso l’attraversamento della città da Stampace a Villanova. Nel progetto si prevedeva la costruzione di una galleria lunga 400 metri, larga 16 e alta 8 metri con l’imbocco nell’attuale piazza San Rocco. Quando poi i lavori vennero appaltati dal Genio Civile si modificò lo sbocco, prevedendone uno nella confluenza fra via Ozieri e via Macomer che avrebbe ridotto la lunghezza della galleria a 340 metri. Sempre Masala fa notare che ancora oggi in via Ozieri si può notare «una serie di palazzi allineati a formare una piazza mai completata, individuata per lo smistamento del traffico del tunnel».



I lavori iniziarono ma vennero interrotti nel 1943 a causa della situazione economica non favorevole. Nel 1940, infatti, l’Italia era entrata in guerra al fianco della Germania e le priorità del regime erano ben altre. Accanto a quella che appare come un’esigenza meramente economica, c’è chi sostiene che l’interruzione dei lavori sia avvenuta in seguito al crollo di una parte del costone roccioso del fosso di San Guglielmo (sotto via Porcell).

Crolli o meno, i lavori per il tunnel non verranno più ripresi e restano poche tracce di quello che sarebbe stato un progetto rivoluzionario per la Cagliari di allora e chi lo sa, anche per quella odierna.